lunedì 16 dicembre 2019

Gli Shortbread di Martha Stewart


Che il Natale è il periodo per eccellenza dei biscotti è risaputo ma mai come quest’anno io ho avuto voglia di sperimentare qualcosa che non conosco… eppure la curiosità’ culinaria non mi è mai mancata! Per queste feste mi sto rifacendo alla grande e vado di biscotti a tutto spiano. La volta scorsa vi avevo parlato del mio amore incondizionato per i libri di cucina e vi avevo accennato anche degli shortbread, quei biscotti scozzesi di cui ho già provato la variante alla vaniglia (la ricetta la trovate qui), e la curiosità di capire la differenza con la ricetta tradizionale. Ecco, sempre tornando ai libri, gli shortbread tradizionali in questione li ho estrapolati dal libro “Biscotti” di Martha Stewart edito da Giunti (lo adoro questo libro!). Si, esatto… proprio il libro di cui vi ho già fatto conoscere la ricetta dei brownies al doppio cioccolato (che trovate qui) e se, come me, amate i biscotti alla follia vi consiglio di comprarlo perchè fino ad ora tutto quello che ho provato a fare non mi ha mai delusa. Tornando agli shortbread, sono tra i biscotti più buoni che abbia mai assaggiato! Avete presente quei biscotti burrosi, friabili e scioglievoli che si trovano in vendita nei negozi tipici provenienti di solito dal nord Europa? Ecco, questi sono infinitamente più buoni! Talmente buoni che se non si fa attenzione si rischia di farli fuori in meno di mezza giornata. Vi ho convinti, vero? lo so, sono una tentatrice. Su, andate a fare la spesa… io vi aspetto qui per impastare insieme, tanto i miei sono belli che finiti da un pezzo!

Shortbread classici (dal libro "Biscotti" di Martha Stewart






Ingredienti (per 8 shortbread):

280 g di farina
1 cucchiaino di sale grosso
230 g di burro a temperatura ambiente
90 di zucchero a velo

Procedimento

Setacciare la farina in una ciotola, unire il sale amalgamando con una frustra e tenere da parte. Sbattere il burro con delle fruste elettriche a velocità alta fino a che non diventa soffice, aggiungere poco alla volta lo zucchero a velo e montare fino a quando diventa chiaro e spumoso. Diminuire la velocità e aggiungere tutta insieme la farina continuando a sbattere fino ad incorporarla al resto del composto (non lavorarlo troppo o si surriscalda il burro).
Aiutandosi con un foglio di carta forno versare l’impasto in uno stampo da crostata (se non fosse antiaderente imburrare fondo e bordi) da 25 cm con i bordi scanalati e con il fondo removibile e stenderlo bene facendo pressione con le mani. Coprire con una pellicola o un foglio di carta forno e lasciare riposare in frigorifero 20-30 minuti (io ho passato tutto in congelatore per lo stesso periodo). 
Dal centro dell’impasto rimuovere un cerchio di 6 cmi aiutandosi con un piccolo tagliapasta che poi si rimetterà nel foro in modo che cuocendo la pasta non si richiuda. Con un coltello tagliare il dolce in otto spicchi virtuali senza arrivare a tagliare completamente la pasta e punzecchiarla con uno stecco o i rebbi di una forchetta con un intervallo regolare tra un buchino e l’altro. Infornare direttamente dal freddo e cuocere a 150°C per 1 ora* circa o fino a quando la pasta è ben dorata in superficie e cotta al centro.
Tagliare nuovamente il dolce dopo sfornato e lasciarlo raffreddare bene nella stessa teglia. Sformare ben freddo separando gli spicchi. Si conserva a temperatura ambiente in contenitori a chiusura ermetica o dentro scatole di latta.

*NB: temperature e tempi di cottura possono variare in base al forno usato.



Grazie per essere passato. Mi farebbe piacere conoscere la tua opinione sull'articolo quindi, se ti va, lascia un commento. Se vuoi lasciare anche un like come segno di apprezzamento mi faresti felice. A presto.

mercoledì 4 dicembre 2019

Shortbread trasformisti per la colazione con Gordon Ramsay.


Della mia mania patologica per i libri ve ne ho mai parlato? No? Badate bene, non parlo di e-book o libri elettronici che basta un tastino e hai automaticamente in borsa qualsiasi libro tu possa voler leggere in quel momento anche se ti trovi a Timbuktu. No no! Io ho una vera e propria patologia compulsiva per tutto quello che è cartaceo. Non riesco a passare davanti ad una qualsiasi libreria senza entrarci e al momento di uscirne spesso devo farmi violenza per evitare di portare a casa la metà di quello che trovo sugli scaffali. I libri elettronici saranno sicuramente comodi e molto ecologici (dicono!) ma vuoi mettere avere tra le mani qualcosa che puoi sfogliare… sentirne il fruscio mentre giri una pagina e inebriarti del profumo della sua carta? Riescono a risvegliare almeno 4 dei 5 sensi e per me è come se vivessero di vita propria. Amo tutti (quasi!) i generi. Leggo dalla narrativa al fantasy, dal giallo alla poesia passando alla fotografia e ai classici ma i miei preferiti (manco a dirlo) sono quelli di cucina (ma va! Che strano!). Ne ho in ogni dove in giro per casa. Sono così tanti che ho dovuto prendere una nuova libreria per poterne sistemare almeno una buona parte (non chiedetemi dove ho dovuto incastrare la libreria, è meglio!). Giorni fa ho cominciato a sfogliarne alcuni per trovare spunto su cosa preparare per pranzi e cene durante le feste e mi sono ritrovata tra le mani “Natale con Gordon” di Gordon Ramsay edito da Guido Tommasi Editore. Ho appuntato un paio di ricette che testerò quanto prima ma gli occhi si sono soffermati su una ricetta in particolare, gli shortbread alla vaniglia. Non è la classica ricetta dei dolci scozzesi solo zucchero, burro e farina e mi ha incuriosita proprio per questo. Del resto, come si fa a capire la differenza tra una ricetta e un’altra se non la si testa? In effetti gli originali non ho mai provato a farli (cosa a cui sopperirò quanto prima!) ma dovendo (volendo) testare cose nuove questi mi sono sembrati una buona idea per cominciare! Io ho apportato qualche modifica soprattutto al procedimento, troverete tutto negli appunti in fondo alla ricetta. E siccome siamo oramai in atmosfera natalizia ho pensato di modificarne anche la forma! Io vi consiglio di provarli e soprattutto di abbondare, spariscono in men che non si dica!




Shortbread alla vaniglia (dal libro “Natale con Gordon” di Gordon Ramsay)

Ingredienti (per 8 pezzi o 36 biscotti circa):

250 g di farina debole
90 g di zucchero semolato
125 g di burro a temperatura ambiente
La polpa di 1 baccello di vaniglia
2 uova medie (120 g circa)
Un pizzico di sale

Procedimento

Setacciare la farina, mescolarla con il sale con una frusta e tenerla da parte. Montare burro e zucchero con una frusta elettrica fino a farli diventare una crema chiara e liscia. Sbattere leggermente le uova con la polpa della vaniglia e incorporarle poco alla volta al composto di burro e zucchero. Aggiungere farina e sale facendo incorporare bene le polveri ma senza lavorare troppo l’impasto. Non appena il composto sarà omogeneo rovesciare su un piano di lavoro infarinato (la massa si presenterà piuttosto morbida), appiattire la massa e formare un disco di 1 cm di spessore e 20 cm di diametro (io ho preferito usare degli stampini prettamente natalizi) trasferire tutto su una teglia rivestita di carta forno e formare con un coltello 8 spicchi virtuali senza tagliare completamente la pasta. Sul bordo di ogni fetta formare 2 piccole fossette con il pollice, coprire con carta forno il tutto e lasciare rassodare in frigorifero 1 ora* (meglio tutta la notte).
Cuocere in forno preriscaldato a 160°C per 20-30 minuti circa* fino a che diventa dorato. Spolverizzare ancora caldo con zucchero semolato e trasferite il disco su una griglia per farlo raffreddare bene. Appena freddo separare gli spicchi spezzandoli e conservandoli in contenitori ermetici di latta.

*NB: il passaggio in frigorifero sarebbe bene anticiparlo alla formatura visto la consistenza molto morbida dell’impasto che ne rende difficoltosa la lavorazione. Quindi consiglio di mettere il panetto appena formato in frigorifero tutta la notte (se si ha tempo anche 24 ore è meglio) e passare alla formatura ad impasto ben freddo, facendo poi riposare i biscotti comunque altri 15-20 minuti al freddo, possibilmente in freezer o congelatore, subito dopo formati e infornando direttamente senza scongelarli.
Temperature e tempi di cottura possono variare in base al tipo di forno usato.




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venerdì 15 novembre 2019

Un brownie, Martha Stewart e il cioccolato: il destino di una colazione.


Mi sono accorta che da un po’ di tempo a questa parte non vi faccio vedere altro che dolci e in particolare dolci da colazione o merenda! Non è che a casa non si mangi altro che quello eh?! Solo… ogni tanto vado in loop con le fotografie da fare. Lo so, sono strana ma questo è il mio periodo “colazione home made, giornata perfetta”! Non vi siete ancora stancati, vero? No, perchè nel caso potrei pensare di fare un post senza foto visto che i piatti salati al momento non ispirano la mia vena fotografica. Va beh, facciamo così… oggi vi lascio ancora una ricetta dolce, prometto che vedrò di ravvedermi e rinunciare agli zuccheri per una pietanza salata… prima o poi! Su, che tanto lo so che questa vi pacerà da pazzi. Vi spiego di cosa si tratta… conoscete Martha Stewart? No? Beh è una di quelle persone che ti porta a fare cose bruttissime (per la linea) se solo ti azzardi a pensare di comprare uno dei suoi libri! Nella fattispecie parliamo di “Biscotti” di nome (il libro) e di fatto (il contenuto) edito da Giunti. Se per caso vi viene voglia di biscotti ma siete stufi dei soliti frollini provate a dare un’occhiata a questo vademecum e poi ne riparliamo! Sfogliandolo il mio dito si è fermato alla dicitura brownies. Ho dovuto fare la conta per sceglierne uno e la sorte ha detto “doppio cioccolato”. Ma va’ che caso! E niente, si può mai dire no al fato? Un consiglio: se (quando!) deciderete di provare a rifarli evitate di dirlo al vostro nutrizionista, magari si converte e vi chiede di passargliene qualcuno alla prossima visita!
Dimenticavo: io ho fatto delle piccole modifiche alla ricetta originale, nella nota in fondo alla ricetta troverete gli ingredienti sostituiti. Buon brownie a tutti!



Brownies al doppio cioccolato (dal libro “Biscotti” di Martha Stewart)

Ingredienti (per 9 brownies grandi o 16 piccoli):

90 g di burro
170 g di cioccolato fondente al 70% mg *
25 g di cacao amaro in polvere
100 g di farina
¼ di cucchiaino di baking (lievito per dolci)
¼ di cucchiaino di sale Maldon*
200 g di zucchero
2 uova grandi (120 g circa)
2 cucchiaini di essenza di vaniglia

Procedimento

Preriscaldare il forno a 180°C. Imburrare bene una teglia quadrata da 20 cm di lato, rivestirla con la carta forno lasciandola debordare su due lati (servirà per agevolare la sformatura del dolce) e imburrare anche la superficie della carta.
Sciogliere il burro, il cioccolato precedentemente tritato a coltello e
il cacao in un recipiente a bagnomaria mescolando per amalgamare il composto. Lasciare intiepidire e tenere da parte.
Setacciare farina e lievito insieme, unire il sale e mescolare per amalgamare gli ingredienti. 
Con una frusta (si può usare anche un robot da cucina) sbattere le uova con lo zucchero e l’essenza di vaniglia per 4 minuti fino a farli diventare chiari e spumosi. Aggiungere, sempre sbattendo, la farina e raccogliere il composto che rimane attaccato alle pareti della ciotola amalgamando bene tutto.
Versare il composto nella teglia livellando bene e infornare per 35 minuti circa. Il brownie sarà pronto quando infilzandolo con uno stuzzicadenti questo ne uscirà coperto di briciole ma asciutto. Lasciare raffreddare bene prima di tagliarlo a quadratini.

*NB: la ricetta originale richiede la stessa dose di cioccolato al latte che io ho sostituito con cioccolato fondente e sale grosso da me sostituito con fiocchi di sale Maldon.



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sabato 9 novembre 2019

La semplicità in un dolce: la torta di mele.


A mio avviso, una delle cose più buone che possa uscire dal forno di casa è la torta di mele. Mentre cuoce il profumo che sprigiona sa di un abbraccio caldo e dolce, delle coccole della mamma e di pomeriggi avvolti nel plaid mentre fuori piove e fa freddo. Sfido chiunque a dire che non gli piace la torta di mele! Ognuno di noi ha la sua ricetta del cuore… quella che preparava la mamma, la nonna o fatta con la ricetta segreta della zia Adelina. Anche io ho la mia! Per la verità ne ho un paio con diverse varianti e tutte strabuone. Oggi vi faccio conoscere la più semplice e basica a cui possiate pensare! Che sia per colazione o per merenda ma anche per un dolce dopo pasto rustico vi assicuro che sarà un successo da fare assolutamente il bis. Un consiglio: assaggiatene una fetta tiepida con una piccola pallina di gelato alla vaniglia… io aspetto di conoscere i commenti dei vostri commensali.





Torta di mele

Ingredienti (per 8 persone):

150 g di farina 180W (debole)
50 g di fecola di patate*
150 g di burro
200 g di uova
150 g di zucchero semolato
4 mele Granny Smith
1 bustina di baking (lievito per dolci)
1 limone (solo la scorza grattugiata)

Procedimento

Sgusciare le uova separando i tuorli dagli albumi. Setacciare farina e baking insieme e tenere da parte. Montare a crema il burro, portato a temperatura ambiente, con 100 g di zucchero e la scorza del limone grattugiata, unire i tuorli e le polveri setacciate continuando a montare con la frusta facendo attenzione a non formare grumi. A parte montare gli albumi a lucido con il restante zucchero (50 g) e unirli al composto di tuorli e farina amalgamando delicatamente.

Lavare, sbucciare e tagliare a cubetti tre mele e aggiungerle al composto. Imburrare e infarinare una tortiera da 24 cm, versare l’impasto livellando bene e guarnire con la mela rimasta tagliata a spicchi.

Cuocere in forno statico preriscaldato a 170° C (150° ventilato) per 40 minuti circa*

Lasciare raffreddare completamente e molto bene prima di sformare il dolce.


*NB: la fecola può essere sostituita con la stessa quantità di farina. Tempi e temperature di cottura possono variare in base alla tipologia del forno.


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giovedì 3 ottobre 2019

Biscotti, burro e profumo d'infanzia.


I biscotti sono una delle cose che mi ricorda di più l’infanzia. Quelli che la mamma sfornava erano a forma di ciambelline o piccole treccine e si andava a dormire con il loro profumo che aleggiava per casa. Si, perchè i biscotti non si cucinavano la mattina ma la sera, in modo che appena svegli potessero essere abbastanza freddi da poterli inzuppare nel caffelatte. Per la verità ogni tanto ci toccava l’ovetto sbattuto con il latte caldo, cosa che io non ho mai sopportato e finiva che ogni scusa era buona per saltare la colazione quella mattina. I biscotti però no, quelli si mangiavano anche senza niente altro! Questi non sono i biscotti di mamma (la ricetta me l'ha data il mio maestro pasticcere personale, Nicola Musolino), possono avere forme diverse ma, soprattutto, hanno una piccola percentuale di farina che mamma non conosce. La Tumminia (o Timilia) è un grano antico siciliano molto particolare che si coltiva in poche zone della Sicilia. Ha una grande resistenza alla siccità e ha un ciclo brevissimo… si semina a marzo per raccogliere a giugno. Dalla macinazione (a pietra) dei suoi chicchi si ottiene una farina integrale adatta soprattutto alla produzione di pane e pasta. Io ho voluto provarla in questi biscotti e, credetemi, fa davvero la differenza! Chi avesse difficoltà a trovarla o volesse ometterla può, comunque, integrarla con la dose di farina 180 W. Siete pronti per andare a fare la spesa? Su, riscaldate i forni… io vi aspetto per cominciare ad impastare!



Frollini al burro

Ingredienti (per 1 kg circa):

390 g di farina 180 W
90 g di farina Tumminia
120 g di fecola di patate
400 g di burro 82% mg
200 g di zucchero a velo
80 g di uova
65 g di gocce i cioccolato (facoltativo)

Procedimento

Setacciare insieme le farine e la fecola, unire lo zucchero a velo e mescolare per amalgamare le polveri. Aggiungere il burro portato a temperatura ambiente (non deve essere sciolto ma avere una consistenza “plastica”) e sabbiare. Unire le uova e le gocce di cioccolato. Impastare lavorando il meno possibile l’impasto per non

riscaldarlo troppo, formare un panetto e lasciarlo riposare, avvolto nella pellicola, almeno un’ora in frigorifero (meglio ancora tutta la notte). Dopo il riposo stendere la pasta e formare i biscotti coppando a piacimento. Cuocere in forno ventilato a 170° C per 12 – 13 minuti circa.

Tempi e temperature possono cambiare in base al tipo di forno usato.



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martedì 16 luglio 2019

Macarons, ganache e pistacchio... Parigi - Bronte in un biscotto.


Non essendo io un’amante sfegatata della meringa, fino ad ora non ho avuto modo di postare niente che la riguardasse. In effetti una ricetta l’avevo fatta qualche tempo fa ma era una preparazione salata un po’ particolare, delle sfoglie di patata con meringa al pecorino e uovo marinato… un finger che mi ha dato molte soddisfazioni. Io comunque devo mettermi sempre alla prova e, siccome era da un po’ che avevo in testa i macarons, ho approfittato degli ultimi grammi rimasti da un barattolo di pasta di pistacchio de I Dolci Sapori dell’Etna per prepararli e farcirli. Devo dire che per essere il primo esperimento non posso lamentarmi ma soprattutto ho scoperto che il gusto è molto meglio di quello che mi potessi aspettare. Buoni, buoni, buoni! Non avrei creduto di poterlo dire! La ricetta dei gusci mi è stata concessa dal mio maestro personale, nonché marito, Nicola Musolino. E si, a volte (spesso devo dire, nel mio caso!) i mariti bisogna ringraziarli! È vero, forse non sono la cosa più facile da fare ma quando riescono (e questi vi posso garantire che sono a prova di imbranata come me!) sono davvero uno spettacolo da gustare! Pensate poi al figurone nel regalarli… chi non rimane incantato dalla bellezza? Insomma, io vi lascio la ricetta, voi però fatemi sapere i risultati appena li proverete a rifare… perchè io so che li proverete, ne sono sicura!



Macarons con ganache al pistacchio

Ingredienti

Per i macarons
200 g di albumi
375 g di zucchero semolato
200 g di farina di mandorle
60 g di zucchero a velo
Colorante alimentare idrosolubile liquido a piacere*

Per la ganache
400 g di cioccolato bianco (in dischi o tritato)
200 g di panna fresca
100 g di pasta di pistacchio

Procedimento

Per la ganache (da preparare la sera prima)

Scaldare la panna fino a portarla quasi ad ebollizione versarla calda sul cioccolato precedentemente messo in un bricco alto e stretto. Roteare leggermente il bricco in modo che il cioccolato sia completamente coperto dalla panna e lasciare riposare 2 o 3 minuti. In questa fase non mescolare né agitare il cioccolato assolutamente o il cioccolato farà fatica a sciogliersi uniformemente con il rischio della formazione di piccoli grumi.
Trascorso il tempo di riposo frullare con un mixer ad immersione fino a quando la crema non cambia colore uniformandosi e assume una consistenza liscia e vellutata. Unire la pasta di pistacchio, frullare ancora per amalgamare bene quest’ultima alla base di cioccolato e panna, coprire con pellicola a contatto e far riposare in frigorifero per almeno sei ore, meglio ancora tutta la notte.

Per i macarons

Setacciare insieme farina di mandorle e zucchero a velo per due volte. Scaldare gli albumi al microonde portandoli a 60°C, versarle nella ciotola della planetaria e montarle con lo zucchero semolato fino a formare una meringa lucida e consistente. Unire con la spatola le polveri, setacciate precedentemente, amalgamando bene, aggiungere poco alla volta qualche goccia di colorante fino alla colorazione desiderata sempre amalgamando al composto, formare dei dischi sul silpat e cuocere a 140°C in forno ventilato per 20 minuti. Estrarre dal forno e lasciare raffreddare bene direttamente sul silpat.

Montaggio

Farcire metà gusci con la ganache e coprire con l’altra metà formando così il macaron. 
Conservare in frigorifero, ben coperto con pellicola o in una scatola a chiusura ermetica.

*NB: la colorazione è a discrezione personale, ometterla non influisce sul gusto.



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martedì 2 luglio 2019

Il pistacchio che abbraccia la pasta (e i pomodorini stanno a guardare!)


I primi piatti sono la portata principale in Italia. Diciamola tutta, il nostro paese è la patria della pasta (forse in Cina non sono proprio d’accordo ma tanto noi sappiamo che come la cuciniamo noi la pasta non lo sa fare nessuno!) e che siano spaghetti, rigatoni o lasagne, ad un piatto di pasta non si dice mai no. E se d’estate i piatti caldi non ci attirano poi tanto, un condimento veloce ma gustoso può risolvere in ogni caso una cena improvvisata con degli ospiti dell’ultimo minuto. Io avevo ancora del pesto di pistacchio de I Dolci Sapori dell’Etna, quello senza glutine (ovviamente lo si trova anche sullo shop on line per chi volesse!), e ho provato ad unirlo a dei pomodorini e della pancetta. Il risultato? Provatelo e mi farete sapere voi, quello che ho fatto io è sparito dai piatti prima che riuscissi a sedermi a tavola!



Vermicelli al pesto di pistacchio con pancetta e pomodorini confit

Ingredienti (per 4 porzioni):

320 g di vermicelli
120 g di cipolla dorata
160 g di pancetta arrotolata
Un bicchierino di gin
20 pomodorini confit*
190 g di pesto di pistacchio 
Olio e.v.o.
Sale
Pepe nero

Procedimento

La sera prima preparare i pomodorini confit (la ricetta si trova qui) sostituendo timo e timo limone con timo all’arancia, aggiungendo la scorza di un’arancia grattugiata e del basilico greco e omettendo l’origano.
Per il condimento rosolare cipolla tritata e pancetta tagliata a listarelle in pochissimo olio, sfumare con il gin e unire i pomodorini lasciando insaporire il tutto per 2 minuti a fuoco vivace. Nel frattempo portare a bollore abbondante acqua, salare e cuocere la pasta 3 minuti meno del tempo indicato sulla confezione, scolare e trasferire nel tegame con il condimento facendo insaporire e finire di cuocere aggiungendo man mano acqua di cottura della stessa pasta. Unire il pesto e mantecare sempre con qualche cucchiaio di acqua secondo necessità. Servire cospargendo di granella di pistacchio e ancora qualche pomodorino confit se si gradisce.




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martedì 25 giugno 2019

Piccoli plumcake crescono.


Era da un po’ che non preparavo un dolce per la colazione! In effetti, a parte il gelato di qualche giorno fa, è da un po’ che non preparo dolci in generale da proporvi. A volte le occasioni arrivano quando si guarda in frigo e ci si accorge che ci sarebbe da consumarne parte del contenuto prima che vada a male. Così ho approfittato di due yogurt prossimi alla scadenza e della dispensa carente di biscotti e simili, ho fatto un giro sul gruppo Facebook di Paoletta Sersante, Paoletta di Anice e Cannella (che poi, per chi non lo sapesse è anche il suo bellissimo blog!), e appena ho aperto i file mi è apparso “Plumcakini leggeri allo yogurt” … che avrei dovuto fare se non leggere e mettermi all’opera? Avevo già visto questi dolcetti pubblicati sul gruppo e mi erano piaciuti da subito. La ricetta originale è di Sigrid Vebert de “Il cavoletto di Bruxelles”, io, come al solito, l’ho modificata leggermente secondo i miei gusti e le mie necessità. Facili, veloci e davvero buonissimi per la colazione, aromatizzabili a piacere e in più svuota frigo se è necessario…. Più di così, che si può chiedere ad una ricetta? Su, date un’occhiata in frigorifero, sono sicura che qualche yogurt da consumare lo avete anche voi!





Mini plumcake allo yogurt e limone

Ingredienti:

Per i plumcake
250 g di yogurt bianco al naturale
200 g di farina
50 g di fecola di patate *
120 g di zucchero semolato *
3 uova medie (150 g)
80 g di olio vegetale (girasole, riso…)
Buccia grattugiata di 1 limone grande
Una bustina di baking (lievito per dolci non vanigliato)
Un pizzico di sale

Per lo sciroppo
30 g di zucchero
30 g di acqua
20 g di limoncello*

Procedimento
Mescolare bene le polveri (farina, fecola e lievito), setacciarle due volte e tenere da parte. Montare bene, con le fruste elettriche o in planetaria, le uova con lo zucchero fino a farle diventare chiare e spumose. Unire, sempre montando, lo yogurt, la buccia del limone grattugiata, il sale e l’olio a filo. Amalgamare, poco alla volta, le polveri setacciate facendo attenzione a non formare grumi e riempire con il composto dei pirottini da plumcake (o da muffin) fino a tre quarti. Infornare a 170°C per 30 minuti circa*.
Preparare lo sciroppo portando a bollore per 1-2 minuti gli ingredienti in un pentolino a fondo spesso e tenere da parte.
Appena sfornati i plumcake praticare dei piccoli fori con uno stecchino sulla superficie e spennellare lo sciroppo facendolo assorbire bene.
Lasciare raffreddare i cake su una gratella.

N.B.: La ricetta originale prevede l’amido di frumento al posto della fecola di patate e una dose di zucchero leggermente più alta, 150 g al posto di 120 g. L’aromatizzazione sia del dolce sia dello sciroppo può essere variata secondo gusto e necessità. Per la cottura, tempi e temperature possono variare in base al tipo di forno e alla pezzatura dei dolci.




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mercoledì 5 giugno 2019

Il pistacchio gelato che veniva dal freddo e il suo croccante.


Il gelato è una delle cose più buone che si possano mangiare… e anche una delle più’ facili da fare (almeno per me!). Ma… avete mai provato a fotografare una coppetta di gelato quando la temperatura dell’ambiente circostante va oltre i 30°C? Avete presente quelle belle palline tutte precise e ben formate che vi guardano dalla coppetta appena fatta? Ecco… non è questo il caso! Una parola sola… disperazione! Però, se a fotografarlo ho sudato sette camicie, a prepararlo non ci ho impiegato poi così tanto! Bisogna solo fare attenzione ad essere precisi con i pesi ed avere quel tanto di pazienza che porta sempre a risultati davvero spettacolari! Ho approfittato sia della pasta di pistacchio, sia del Pistacchio Verde D.O.P. di Bronte de I Dolci Sapori dell’Etna (ricordate? Vi avevo parlato dei prodotti che ho preso durante la mia visita in Sicilia.) e il risultato è stato davvero incredibile! Un gelato cremosissimo e con tutto il profumo dei veri pistacchi di Bronte… qualcosa di cui dover fare necessariamente il bis! La ricetta è dei Fables de Sucre e l’ho “prelevata” dai file del gruppo Facebook “Noi il gelato lo facciamo in casa!!” con l’unica variante dell’aggiunta del croccante di pistacchio. Se amate il gelato al pistacchio vi consiglio di provare a rifare questa ricetta… se non lo amate… vi consiglio di provare a farla lo stesso, credetemi… dopo lo amerete anche voi alla follia!




Gelato al pistacchio e croccante

Ingredienti:

Per il gelato
435 g di latte fresco intero
120 g di zucchero semolato
10 g di destrosio
150 g di panna
30 g latte in polvere magro
4 g di farina di semi di carrube
45 g pasta di pistacchio
45 g di croccante di pistacchio

Per il croccante
100 g di sciroppo di glucosio
100 g di zucchero semolato
100 g di pistacchio
10 g di burro

Procedimento

Per il croccante
Versare lo sciroppo di glucosio in un pentolino di acciaio con fondo spesso e portarlo a bollore su fuoco dolce. Unire un po’ alla volta lo zucchero e mescolare fino a farlo sciogliere completamente. Portare tutto a 160°-170°C, allontanare dal fuoco e aggiungere i pistacchi, precedentemente scaldati, e il burro, mescolare bene fino a completo scioglimento del grasso, riportare sul fuoco e far staccare il caramello dai bordi. Trasferire il composto su un tappetino di silicone e, lavorando con lo stesso per evitare che si raffreddi, portare le parti esterne verso l’interno per amalgamare bene. Stendere il composto il più sottile possibile tra due tappetini di silicone e tagliare, ancora caldo nella forma desiderata.
L’intero procedimento deve essere molto rapido in modo che il caramello non si solidifichi rendendo impossibile l’intera operazione.
In mancanza dei tappetini (preferibili in quanto trattengono bene il calore del composto) si possono utilizzare dei fogli di carta forno ben oleati, tenendo presente che questi ultimi presentano comunque delle difficoltà sia nella dispersione del calore, sia nella maneggevolezza del procedimento.
Si conserva in scatole di latta con chiusura ermetica.

Per il gelato
Tritare a coltello il croccante riducendolo in piccole briciole e tenere da parte. Unire tutte le polveri in una ciotola e mescolarli bene. Portare sul fuoco latte e panna portandoli a leggero bollore e versarli caldi sulle polveri mescolando con una frusta fino a rendere tutto una miscela liscia e omogenea. Riportare il composto sul fuoco e cuocere fino a raggiungere la temperatura di 85° C mantenendola per due minuti circa (si raccomanda l’uso di un termometro). Allontanare il composto dal fuoco, trasferirlo in un bricco della capienza adeguate e, dopo aver fatto stiepidire la miscela, aggiungere la pasta di pistacchio mixando con un frullatore ad immersione per emulsionare bene gli ingredienti. Far raffreddare il più velocemente possibile la miscela immergendo il bricco in acqua e ghiaccio e riporre in frigorifero lasciando maturare il tutto per qualche ora, meglio ancora per tutta la notte. Trascorso il riposo, versare il composto in gelatiera e mantecare come da istruzioni della stessa. Un minuto prima che il gelato sia pronto unire il croccante spezzettato e completare la mantecatura.



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sabato 25 maggio 2019

Bronte in una fetta: pane, pesto e pistacchio.

La mia passione per i prodotti tipici non è una novità per chi mi conosce! Tutto quello che è territorio è sacro e va rispettato perchè le tradizioni della cucina italiana, che sia del nord, del centro o del sud, sono radicate comunque e sempre nei prodotti che quel territorio… quella regione offre. E senza tradizioni non ci sono origini né identità! “Noi siamo ciò che mangiamo” disse Ludwig Feuerbach e la tradizione culinaria italiana è radicata in piatti che sanno di buono e genuino, è innegabile! Il pane, per esempio! In Italia è la prima cosa che si porta in tavola persino nei ristoranti e non c’è pranzo, cena e, spesso, nemmeno colazione in cui non ci sia del pane ad accompagnare il pasto. E oggi di pane vi parlo! Un po’ particolare, per la verità! Si, perchè non è il semplice pane in cassetta ma è “aromatizzato”. In effetti ha già una sua identità se vogliamo dargli una definizione perchè tra i suoi ingredienti troverete del pesto e dei pistacchi! E i pistacchi buoni, quelli italiani sono, ovviamente, di Bronte! E in una delle tante mie girovaghe gite alla ricerca di sapori e profumi tipici, ho trovato, proprio a Bronte, un’azienda che produce e lavora il Pistacchio Verde di Bronte D.O.P., I Dolci Sapori dell’Etna…. Potevo non provarlo? Un barattolo di pasta di pistacchio e uno di pesto di pistacchio non vuoi prenderli visto che ci sei? Appena aperto il pesto i neuroni hanno cominciato a fare le capriole e mi hanno detto “pane”! E pane fu! Un pane in cassetta, soffice, morbido e gustosissimo, con tutto il sapore della Sicilia… quella buona, quella di un gusto che al mondo non se ne trova uguale! Ed è anche facile da preparare! Che volete di più?
 



Pane in cassetta al pesto di pistacchi e pistacchi di Bronte

Ingredienti:

500 g di farina 280 W
250 g di latte intero fresco
3 g di lievito di birra
7 g di malto in polvere
70 g di burro 82% mg
100 g di uova
10 g di sale
70 g di pistacchi
35 g di pesto di pistacchio
20 g di grana grattugiato
Un uovo per spennellare

Procedimento


Cominciare con il tritare a coltello grossolanamente i pistacchi e metterli da parte. Setacciare bene le polveri (farina e malto) nella ciotola dell’impastatrice, unire il lievito sbriciolato, il latte e avviare la macchina al minimo aggiungendo le uova leggermente sbattute. Impastare per 10 minuti a velocità 1-1 e mezzo. A metà impasto aggiungere il burro morbido e, successivamente, il sale. 
Quando si sarà formato un composto liscio trasferirlo sulla spianatoia e dividerlo in due parti uguali. In una unite, impastando bene, il pesto di pistacchi e il grana, nell’altra i pistacchi tritati fino a completo assorbimento in entrambi gli impasti. 
La macchina impastatrice facilita molto il lavoro ma tutto il procedimento si può eseguire tranquillamente anche a mano, su una spianatoia, ponendo però molta attenzione nell’inserimento dei grassi (burro e pesto).  
A impasti completati formare due panetti e metterli a riposare in due ciotole leggermente unte, coperti da pellicola o telo plastificato per alimenti, e lasciarli riposare per 10 minuti circa. Riporre il tutto in frigorifero a 4°C e lasciare “maturare” per 12 ore.

Trascorso il tempo di maturazione, riprendere gli impasti e, dopo averli portati a temperatura ambiente per un’ora circa, lasciare lievitare in luogo caldo e umido (il forno portato a 25° e spento con un pentolino di acqua calda può andare bene) fino a quasi il raddoppio. Riprendere quindi gli impasti e, sulla spianatoia, formare dei cilindri di pasta della lunghezza dello stampo, formare una treccia a due cilindri (uno per tipo) e trasferirli nello stampo. Coprire di nuovo con pellicola o telo plastificato e lasciare lievitare, sempre in luogo caldo e umido, fino al bordo dello stampo. 

Lucidate con l’uovo sbattuto e infornate a 180° per 45 minuti circa. Lasciare intiepidire, sformare e far raffreddare il pane su una griglia.



NB: la quantità di liquido (latte) può variare in base alla “forza” della farina (W) e all’umidità della stessa e dell’ambiente circostante. Tempi di cottura e temperature possono variare in base alla tipologia del forno.



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martedì 19 marzo 2019

Metti un'arancia a colazione (pane, burro e marmellata).


L’inverno è freddo, buio e umido! Lo so, non è una bella premessa ma è un dato di fatto. Come è un dato di fatto che la frutta di stagione o meglio, i suoi colori, in inverno, non infondono allegria e conforto. Se mele e pere, seppur preziose e buone, sono monotematiche, il discorso però cambia per gli agrumi, nello specifico parliamo di arance! Nelle giornate buie del lungo inverno sono l’unica cosa che mi riporta al sole. Già come forma e colore direi che dà se riportano all’idea della sfera che riscalda il globo, gli spicchi ricordano i raggi del sole… Insomma, per me arance tutta la vita e l’inverno sparisce! Per una metereopatica come la sottoscritta direi che già cosi fanno miracoli! Vogliamo poi parlare delle proprietà che hanno? Ricche di vitamina C, aumentano le difese immunitarie, prevengono i disturbi cardiovascolari e sono degli antiossidanti strepitosi e bla bla bla… cosa si può chiedere di più alla natura? Io, per non sbagliare, le ho messe in barattolo sotto forma di marmellata! Ho usato le arance di Sicilia dell’Azienda Arancia Tale e Quale e le ho trovate fantastiche. Succose e profumatissime, le ho trovate perfette sia per i canditi (la Pasqua si avvicina e le mie pastiere ne hanno bisogno!) come per la confettura che troverete descritta di seguito, ma anche da consumare come spuntino o da farci la spremuta per colazione… e avete mai provato ad usare le arance in cucina, a parte che per i dolci? Va bene, dovrò provvedere e mettere nero su bianco le mie idee! Nel frattempo provate questa, io aspetto di sapere quanto vi piacerà.



Marmellata di arance

Ingredienti:

1 Kg di arance
500 g di zucchero semolato
1 bacca di vaniglia (polpa)
100 g di zest di arancia semicandite*
15 g di pectina
1 cucchiaio di succo di limone

Procedimento

Preparare le arance (da fare il giorno prima)

Pelare le arance a vivo, tagliarle a pezzi, unire metà della dose di zucchero e portare sul fuoco, in una pentola di acciaio con fondo spesso, lasciando bollire a fiamma bassa per 10 minuti circa in modo che si formi un leggero sciroppo. Allontanare dal fuoco, aggiungere la polpa della vaniglia mescolando bene e raffreddare velocemente in acqua e ghiaccio per abbassare la temperatura. Riporre in frigo a riposare per almeno 12 ore.

Per le zest semicandite*

Sbianchire le zest di arancia in acqua fredda lasciandole bollire per 1-2 minuti circa, scolare e ripetere l’operazione 2-3 volte (la sbianchitura serve per eliminare l’amaro delle bucce). Preparare uno sciroppo a 60°Brix (per chi non possiede il refrattometro sono 60 g di zucchero e 40 g di acqua per rendere l’idea), unire le zest sbianchite e ben scolate e lasciar sobbollire per 10-15 minuti circa.

Per la marmellata

Mescolare lo zucchero rimasto con la pectina, portare la pentola sul
fuoco e unirlo alla polpa delle arance insieme alle zest semicandite. Cuocere a fiamma bassa per 3 minuti circa schiumando all’occorrenza, aggiungere 1 cucchiaio di succo di limone e allontanare dal fuoco. Invasare ancora bollenti (90°C) in vasi puliti e sterilizzati e procedere per il sottovuoto (qui le istruzioni).
Conservare in luogo fresco e buio. Una volta aperto il barattolo, la marmellata va conservata in frigorifero e consumata nello spazio di 2-3 giorni, per questo si consiglia di usare barattoli piccoli in modo da poterne consumare il contenuto in breve tempo.



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