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lunedì 16 dicembre 2019

Gli Shortbread di Martha Stewart


Che il Natale è il periodo per eccellenza dei biscotti è risaputo ma mai come quest’anno io ho avuto voglia di sperimentare qualcosa che non conosco… eppure la curiosità’ culinaria non mi è mai mancata! Per queste feste mi sto rifacendo alla grande e vado di biscotti a tutto spiano. La volta scorsa vi avevo parlato del mio amore incondizionato per i libri di cucina e vi avevo accennato anche degli shortbread, quei biscotti scozzesi di cui ho già provato la variante alla vaniglia (la ricetta la trovate qui), e la curiosità di capire la differenza con la ricetta tradizionale. Ecco, sempre tornando ai libri, gli shortbread tradizionali in questione li ho estrapolati dal libro “Biscotti” di Martha Stewart edito da Giunti (lo adoro questo libro!). Si, esatto… proprio il libro di cui vi ho già fatto conoscere la ricetta dei brownies al doppio cioccolato (che trovate qui) e se, come me, amate i biscotti alla follia vi consiglio di comprarlo perchè fino ad ora tutto quello che ho provato a fare non mi ha mai delusa. Tornando agli shortbread, sono tra i biscotti più buoni che abbia mai assaggiato! Avete presente quei biscotti burrosi, friabili e scioglievoli che si trovano in vendita nei negozi tipici provenienti di solito dal nord Europa? Ecco, questi sono infinitamente più buoni! Talmente buoni che se non si fa attenzione si rischia di farli fuori in meno di mezza giornata. Vi ho convinti, vero? lo so, sono una tentatrice. Su, andate a fare la spesa… io vi aspetto qui per impastare insieme, tanto i miei sono belli che finiti da un pezzo!

Shortbread classici (dal libro "Biscotti" di Martha Stewart






Ingredienti (per 8 shortbread):

280 g di farina
1 cucchiaino di sale grosso
230 g di burro a temperatura ambiente
90 di zucchero a velo

Procedimento

Setacciare la farina in una ciotola, unire il sale amalgamando con una frustra e tenere da parte. Sbattere il burro con delle fruste elettriche a velocità alta fino a che non diventa soffice, aggiungere poco alla volta lo zucchero a velo e montare fino a quando diventa chiaro e spumoso. Diminuire la velocità e aggiungere tutta insieme la farina continuando a sbattere fino ad incorporarla al resto del composto (non lavorarlo troppo o si surriscalda il burro).
Aiutandosi con un foglio di carta forno versare l’impasto in uno stampo da crostata (se non fosse antiaderente imburrare fondo e bordi) da 25 cm con i bordi scanalati e con il fondo removibile e stenderlo bene facendo pressione con le mani. Coprire con una pellicola o un foglio di carta forno e lasciare riposare in frigorifero 20-30 minuti (io ho passato tutto in congelatore per lo stesso periodo). 
Dal centro dell’impasto rimuovere un cerchio di 6 cmi aiutandosi con un piccolo tagliapasta che poi si rimetterà nel foro in modo che cuocendo la pasta non si richiuda. Con un coltello tagliare il dolce in otto spicchi virtuali senza arrivare a tagliare completamente la pasta e punzecchiarla con uno stecco o i rebbi di una forchetta con un intervallo regolare tra un buchino e l’altro. Infornare direttamente dal freddo e cuocere a 150°C per 1 ora* circa o fino a quando la pasta è ben dorata in superficie e cotta al centro.
Tagliare nuovamente il dolce dopo sfornato e lasciarlo raffreddare bene nella stessa teglia. Sformare ben freddo separando gli spicchi. Si conserva a temperatura ambiente in contenitori a chiusura ermetica o dentro scatole di latta.

*NB: temperature e tempi di cottura possono variare in base al forno usato.



Grazie per essere passato. Mi farebbe piacere conoscere la tua opinione sull'articolo quindi, se ti va, lascia un commento. Se vuoi lasciare anche un like come segno di apprezzamento mi faresti felice. A presto.

mercoledì 4 dicembre 2019

Shortbread trasformisti per la colazione con Gordon Ramsay.


Della mia mania patologica per i libri ve ne ho mai parlato? No? Badate bene, non parlo di e-book o libri elettronici che basta un tastino e hai automaticamente in borsa qualsiasi libro tu possa voler leggere in quel momento anche se ti trovi a Timbuktu. No no! Io ho una vera e propria patologia compulsiva per tutto quello che è cartaceo. Non riesco a passare davanti ad una qualsiasi libreria senza entrarci e al momento di uscirne spesso devo farmi violenza per evitare di portare a casa la metà di quello che trovo sugli scaffali. I libri elettronici saranno sicuramente comodi e molto ecologici (dicono!) ma vuoi mettere avere tra le mani qualcosa che puoi sfogliare… sentirne il fruscio mentre giri una pagina e inebriarti del profumo della sua carta? Riescono a risvegliare almeno 4 dei 5 sensi e per me è come se vivessero di vita propria. Amo tutti (quasi!) i generi. Leggo dalla narrativa al fantasy, dal giallo alla poesia passando alla fotografia e ai classici ma i miei preferiti (manco a dirlo) sono quelli di cucina (ma va! Che strano!). Ne ho in ogni dove in giro per casa. Sono così tanti che ho dovuto prendere una nuova libreria per poterne sistemare almeno una buona parte (non chiedetemi dove ho dovuto incastrare la libreria, è meglio!). Giorni fa ho cominciato a sfogliarne alcuni per trovare spunto su cosa preparare per pranzi e cene durante le feste e mi sono ritrovata tra le mani “Natale con Gordon” di Gordon Ramsay edito da Guido Tommasi Editore. Ho appuntato un paio di ricette che testerò quanto prima ma gli occhi si sono soffermati su una ricetta in particolare, gli shortbread alla vaniglia. Non è la classica ricetta dei dolci scozzesi solo zucchero, burro e farina e mi ha incuriosita proprio per questo. Del resto, come si fa a capire la differenza tra una ricetta e un’altra se non la si testa? In effetti gli originali non ho mai provato a farli (cosa a cui sopperirò quanto prima!) ma dovendo (volendo) testare cose nuove questi mi sono sembrati una buona idea per cominciare! Io ho apportato qualche modifica soprattutto al procedimento, troverete tutto negli appunti in fondo alla ricetta. E siccome siamo oramai in atmosfera natalizia ho pensato di modificarne anche la forma! Io vi consiglio di provarli e soprattutto di abbondare, spariscono in men che non si dica!




Shortbread alla vaniglia (dal libro “Natale con Gordon” di Gordon Ramsay)

Ingredienti (per 8 pezzi o 36 biscotti circa):

250 g di farina debole
90 g di zucchero semolato
125 g di burro a temperatura ambiente
La polpa di 1 baccello di vaniglia
2 uova medie (120 g circa)
Un pizzico di sale

Procedimento

Setacciare la farina, mescolarla con il sale con una frusta e tenerla da parte. Montare burro e zucchero con una frusta elettrica fino a farli diventare una crema chiara e liscia. Sbattere leggermente le uova con la polpa della vaniglia e incorporarle poco alla volta al composto di burro e zucchero. Aggiungere farina e sale facendo incorporare bene le polveri ma senza lavorare troppo l’impasto. Non appena il composto sarà omogeneo rovesciare su un piano di lavoro infarinato (la massa si presenterà piuttosto morbida), appiattire la massa e formare un disco di 1 cm di spessore e 20 cm di diametro (io ho preferito usare degli stampini prettamente natalizi) trasferire tutto su una teglia rivestita di carta forno e formare con un coltello 8 spicchi virtuali senza tagliare completamente la pasta. Sul bordo di ogni fetta formare 2 piccole fossette con il pollice, coprire con carta forno il tutto e lasciare rassodare in frigorifero 1 ora* (meglio tutta la notte).
Cuocere in forno preriscaldato a 160°C per 20-30 minuti circa* fino a che diventa dorato. Spolverizzare ancora caldo con zucchero semolato e trasferite il disco su una griglia per farlo raffreddare bene. Appena freddo separare gli spicchi spezzandoli e conservandoli in contenitori ermetici di latta.

*NB: il passaggio in frigorifero sarebbe bene anticiparlo alla formatura visto la consistenza molto morbida dell’impasto che ne rende difficoltosa la lavorazione. Quindi consiglio di mettere il panetto appena formato in frigorifero tutta la notte (se si ha tempo anche 24 ore è meglio) e passare alla formatura ad impasto ben freddo, facendo poi riposare i biscotti comunque altri 15-20 minuti al freddo, possibilmente in freezer o congelatore, subito dopo formati e infornando direttamente senza scongelarli.
Temperature e tempi di cottura possono variare in base al tipo di forno usato.




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venerdì 15 novembre 2019

Un brownie, Martha Stewart e il cioccolato: il destino di una colazione.


Mi sono accorta che da un po’ di tempo a questa parte non vi faccio vedere altro che dolci e in particolare dolci da colazione o merenda! Non è che a casa non si mangi altro che quello eh?! Solo… ogni tanto vado in loop con le fotografie da fare. Lo so, sono strana ma questo è il mio periodo “colazione home made, giornata perfetta”! Non vi siete ancora stancati, vero? No, perchè nel caso potrei pensare di fare un post senza foto visto che i piatti salati al momento non ispirano la mia vena fotografica. Va beh, facciamo così… oggi vi lascio ancora una ricetta dolce, prometto che vedrò di ravvedermi e rinunciare agli zuccheri per una pietanza salata… prima o poi! Su, che tanto lo so che questa vi pacerà da pazzi. Vi spiego di cosa si tratta… conoscete Martha Stewart? No? Beh è una di quelle persone che ti porta a fare cose bruttissime (per la linea) se solo ti azzardi a pensare di comprare uno dei suoi libri! Nella fattispecie parliamo di “Biscotti” di nome (il libro) e di fatto (il contenuto) edito da Giunti. Se per caso vi viene voglia di biscotti ma siete stufi dei soliti frollini provate a dare un’occhiata a questo vademecum e poi ne riparliamo! Sfogliandolo il mio dito si è fermato alla dicitura brownies. Ho dovuto fare la conta per sceglierne uno e la sorte ha detto “doppio cioccolato”. Ma va’ che caso! E niente, si può mai dire no al fato? Un consiglio: se (quando!) deciderete di provare a rifarli evitate di dirlo al vostro nutrizionista, magari si converte e vi chiede di passargliene qualcuno alla prossima visita!
Dimenticavo: io ho fatto delle piccole modifiche alla ricetta originale, nella nota in fondo alla ricetta troverete gli ingredienti sostituiti. Buon brownie a tutti!



Brownies al doppio cioccolato (dal libro “Biscotti” di Martha Stewart)

Ingredienti (per 9 brownies grandi o 16 piccoli):

90 g di burro
170 g di cioccolato fondente al 70% mg *
25 g di cacao amaro in polvere
100 g di farina
¼ di cucchiaino di baking (lievito per dolci)
¼ di cucchiaino di sale Maldon*
200 g di zucchero
2 uova grandi (120 g circa)
2 cucchiaini di essenza di vaniglia

Procedimento

Preriscaldare il forno a 180°C. Imburrare bene una teglia quadrata da 20 cm di lato, rivestirla con la carta forno lasciandola debordare su due lati (servirà per agevolare la sformatura del dolce) e imburrare anche la superficie della carta.
Sciogliere il burro, il cioccolato precedentemente tritato a coltello e
il cacao in un recipiente a bagnomaria mescolando per amalgamare il composto. Lasciare intiepidire e tenere da parte.
Setacciare farina e lievito insieme, unire il sale e mescolare per amalgamare gli ingredienti. 
Con una frusta (si può usare anche un robot da cucina) sbattere le uova con lo zucchero e l’essenza di vaniglia per 4 minuti fino a farli diventare chiari e spumosi. Aggiungere, sempre sbattendo, la farina e raccogliere il composto che rimane attaccato alle pareti della ciotola amalgamando bene tutto.
Versare il composto nella teglia livellando bene e infornare per 35 minuti circa. Il brownie sarà pronto quando infilzandolo con uno stuzzicadenti questo ne uscirà coperto di briciole ma asciutto. Lasciare raffreddare bene prima di tagliarlo a quadratini.

*NB: la ricetta originale richiede la stessa dose di cioccolato al latte che io ho sostituito con cioccolato fondente e sale grosso da me sostituito con fiocchi di sale Maldon.



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giovedì 3 ottobre 2019

Biscotti, burro e profumo d'infanzia.


I biscotti sono una delle cose che mi ricorda di più l’infanzia. Quelli che la mamma sfornava erano a forma di ciambelline o piccole treccine e si andava a dormire con il loro profumo che aleggiava per casa. Si, perchè i biscotti non si cucinavano la mattina ma la sera, in modo che appena svegli potessero essere abbastanza freddi da poterli inzuppare nel caffelatte. Per la verità ogni tanto ci toccava l’ovetto sbattuto con il latte caldo, cosa che io non ho mai sopportato e finiva che ogni scusa era buona per saltare la colazione quella mattina. I biscotti però no, quelli si mangiavano anche senza niente altro! Questi non sono i biscotti di mamma (la ricetta me l'ha data il mio maestro pasticcere personale, Nicola Musolino), possono avere forme diverse ma, soprattutto, hanno una piccola percentuale di farina che mamma non conosce. La Tumminia (o Timilia) è un grano antico siciliano molto particolare che si coltiva in poche zone della Sicilia. Ha una grande resistenza alla siccità e ha un ciclo brevissimo… si semina a marzo per raccogliere a giugno. Dalla macinazione (a pietra) dei suoi chicchi si ottiene una farina integrale adatta soprattutto alla produzione di pane e pasta. Io ho voluto provarla in questi biscotti e, credetemi, fa davvero la differenza! Chi avesse difficoltà a trovarla o volesse ometterla può, comunque, integrarla con la dose di farina 180 W. Siete pronti per andare a fare la spesa? Su, riscaldate i forni… io vi aspetto per cominciare ad impastare!



Frollini al burro

Ingredienti (per 1 kg circa):

390 g di farina 180 W
90 g di farina Tumminia
120 g di fecola di patate
400 g di burro 82% mg
200 g di zucchero a velo
80 g di uova
65 g di gocce i cioccolato (facoltativo)

Procedimento

Setacciare insieme le farine e la fecola, unire lo zucchero a velo e mescolare per amalgamare le polveri. Aggiungere il burro portato a temperatura ambiente (non deve essere sciolto ma avere una consistenza “plastica”) e sabbiare. Unire le uova e le gocce di cioccolato. Impastare lavorando il meno possibile l’impasto per non

riscaldarlo troppo, formare un panetto e lasciarlo riposare, avvolto nella pellicola, almeno un’ora in frigorifero (meglio ancora tutta la notte). Dopo il riposo stendere la pasta e formare i biscotti coppando a piacimento. Cuocere in forno ventilato a 170° C per 12 – 13 minuti circa.

Tempi e temperature possono cambiare in base al tipo di forno usato.



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martedì 16 luglio 2019

Macarons, ganache e pistacchio... Parigi - Bronte in un biscotto.


Non essendo io un’amante sfegatata della meringa, fino ad ora non ho avuto modo di postare niente che la riguardasse. In effetti una ricetta l’avevo fatta qualche tempo fa ma era una preparazione salata un po’ particolare, delle sfoglie di patata con meringa al pecorino e uovo marinato… un finger che mi ha dato molte soddisfazioni. Io comunque devo mettermi sempre alla prova e, siccome era da un po’ che avevo in testa i macarons, ho approfittato degli ultimi grammi rimasti da un barattolo di pasta di pistacchio de I Dolci Sapori dell’Etna per prepararli e farcirli. Devo dire che per essere il primo esperimento non posso lamentarmi ma soprattutto ho scoperto che il gusto è molto meglio di quello che mi potessi aspettare. Buoni, buoni, buoni! Non avrei creduto di poterlo dire! La ricetta dei gusci mi è stata concessa dal mio maestro personale, nonché marito, Nicola Musolino. E si, a volte (spesso devo dire, nel mio caso!) i mariti bisogna ringraziarli! È vero, forse non sono la cosa più facile da fare ma quando riescono (e questi vi posso garantire che sono a prova di imbranata come me!) sono davvero uno spettacolo da gustare! Pensate poi al figurone nel regalarli… chi non rimane incantato dalla bellezza? Insomma, io vi lascio la ricetta, voi però fatemi sapere i risultati appena li proverete a rifare… perchè io so che li proverete, ne sono sicura!



Macarons con ganache al pistacchio

Ingredienti

Per i macarons
200 g di albumi
375 g di zucchero semolato
200 g di farina di mandorle
60 g di zucchero a velo
Colorante alimentare idrosolubile liquido a piacere*

Per la ganache
400 g di cioccolato bianco (in dischi o tritato)
200 g di panna fresca
100 g di pasta di pistacchio

Procedimento

Per la ganache (da preparare la sera prima)

Scaldare la panna fino a portarla quasi ad ebollizione versarla calda sul cioccolato precedentemente messo in un bricco alto e stretto. Roteare leggermente il bricco in modo che il cioccolato sia completamente coperto dalla panna e lasciare riposare 2 o 3 minuti. In questa fase non mescolare né agitare il cioccolato assolutamente o il cioccolato farà fatica a sciogliersi uniformemente con il rischio della formazione di piccoli grumi.
Trascorso il tempo di riposo frullare con un mixer ad immersione fino a quando la crema non cambia colore uniformandosi e assume una consistenza liscia e vellutata. Unire la pasta di pistacchio, frullare ancora per amalgamare bene quest’ultima alla base di cioccolato e panna, coprire con pellicola a contatto e far riposare in frigorifero per almeno sei ore, meglio ancora tutta la notte.

Per i macarons

Setacciare insieme farina di mandorle e zucchero a velo per due volte. Scaldare gli albumi al microonde portandoli a 60°C, versarle nella ciotola della planetaria e montarle con lo zucchero semolato fino a formare una meringa lucida e consistente. Unire con la spatola le polveri, setacciate precedentemente, amalgamando bene, aggiungere poco alla volta qualche goccia di colorante fino alla colorazione desiderata sempre amalgamando al composto, formare dei dischi sul silpat e cuocere a 140°C in forno ventilato per 20 minuti. Estrarre dal forno e lasciare raffreddare bene direttamente sul silpat.

Montaggio

Farcire metà gusci con la ganache e coprire con l’altra metà formando così il macaron. 
Conservare in frigorifero, ben coperto con pellicola o in una scatola a chiusura ermetica.

*NB: la colorazione è a discrezione personale, ometterla non influisce sul gusto.



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sabato 9 dicembre 2017

Petrali: il Natale di casa mia.

Il Natale è fatto di tradizioni che riportano sempre alla memoria profumi e sapori che si ripetono ogni anno. Una delle tradizioni di casa mia ha il profumo intenso di mandarino e cannella… di vino cotto e frutta secca. È fatta di biscotti ripieni di un dolcissimo e profumato miscuglio, che matura e si insaporisce piano piano. Ha la pazienza antica del saper aspettare! Si, perché questi biscotti sono l’attesa del dolce…. la promessa del buono… e la scoperta di profumi antichi e familiari. Gesti pazienti che si tramandano di generazione in generazione e che riportano, ogni anno, alla memoria il profumo che si spandeva per casa e che ti faceva esclamare “finalmente è Natale!”. E anche quest’anno, per Natale, la casa è pervasa dal profumo di petrali! Questo è il nome di questi biscotti ripieni antichi e semplici che, come altri biscotti della tradizione natalizia italiana, sono celebrati oggi dal Calendario del Cibo Italiano. La loro origine è incerta ma si dice che la loro creazione sia dovuta ad un prete e la sua perpetua. Come tante pietanze “povere”, anche questi dolci sono il risultato dei rimasugli della dispensa dei dolci. Il ripieno va preparato con diversi giorni di anticipo in modo che possa sviluppare al meglio i profumi e i sapori si possano fondere in un’armonia di dolcezza e golosità. Provate a farli, magari con i vostri bambini, e vedrete come il profumo del Natale arriverà prima che voi ve ne accorgiate!




Petrali

Ingredienti (per 50 biscotti)

La frolla

500 g di farina debole 180W
2 uova (100 g)
100 g di burro
1 bustina di baking (lievito per dolci)
1 bacca di vaniglia
200 g di zucchero
1 pizzico di sale
La buccia grattugiata di un limone
50 ml di latte (q.b. secondo assorbimento)

Il ripieno

125 g di fichi secchi
50 g di mandorle scure
35 g di noci
50 g di uvetta
½ cucchiaino da tè di cannella in polvere
La punta di un cucchiaino da tè di chiodi di garofano in polvere
20 g di cacao amaro
50 ml di caffè zuccherato
La buccia di ¼ di arancia
La buccia di 1 mandarino
50 ml di marsala secco
75 ml di vino cotto
30 g di zucchero

Procedimento

Per il ripieno (da preparare almeno 3-4 giorni prima)*
Tagliare a pezzi i fichi, metterli a bagno nel vino cotto, insieme a metà della dose di uvetta, e lasciare macerare fino a completo assorbimento. Trasferire poi la frutta ammorbidita in un cutter e frullare tutto molto finemente. Con un pelapatate, prelevate la buccia dell’arancio, facendo attenzione a non intaccare anche la parte bianca che renderebbe amaro il composto, e tritala molto finemente a coltello, insieme alla buccia del mandarino. Tritare grossolanamente, sempre a coltello, mandorle e noci e unirle ai fichi frullati in una ciotola (possibilmente di vetro) sufficientemente grande da contenere tutti gli ingredienti del ripieno. Aggiungere il resto dell’uvetta ammorbidita insieme al suo liquido, le bucce
tritate, le spezie, il cacao, lo zucchero, il marsala e il caffè mescolando e amalgamando bene tutti gli ingredienti. Coprire con pellicola e lasciare macerare il ripieno per 3-4 giorni mescolando ogni tanto. Il composto deve risultare morbido, nel caso fosse necessario ammorbidirlo ulteriormente aggiungere ancora qualche cucchiaio di caffè.

Per la frolla
Setacciare farina e baking e unirli al resto delle polveri (zucchero e sale) in una boulle, o nella ciotola della planetaria munita di foglia, mischiando bene con una frusta. Unire buccia di limone, la polpa della vaniglia e il burro morbido e cominciare ad impastare. Aggiungere le uova e, poco alla volta il latte (la dose può variare in base all’assorbimento della farina) lavorando il tutto velocemente. Formare un panetto compatto ma grezzo, avvolgere in un foglio di pellicola alimentare e lasciare riposare in frigorifero almeno un paio di ore (meglio tutta la notte).

Composizione
Stendere la frolla a circa 5 mm di spessore e coppare dei dischi di 8 cm di diametro. Porre al centro di ogni disco un cucchiaino di ripieno, richiudendolo poi a metà in modo da formare una mezzaluna. Disporre i biscotti su un vassoio e metterli a riposare 10 minuti in congelatore in modo da stabilizzare la struttura dell’impasto. Prima di infornare spennellare con uovo sbattuto e cospargere di “diavulicchi” (confettini di zucchero colorato). Cuocere su teglie microforate in forno a 170° per 20 minuti circa.

*Il ripieno si conserva per più giorni senza problemi, più riposa più si amalgamano gli ingredienti e si sviluppano i profumi e gli aromi.
Per lo stesso motivo, i biscotti si assaporano meglio se gustati il giorno dopo la cottura.






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lunedì 15 maggio 2017

Sembra, ma non è (quando l'occhio inganna!)

A volte l’occhio può trarre in inganno. Non vi è mai capitato di vedere una pietanza che sembrava tutto all’infuori di quello che era in realtà? Ecco, è proprio il caso della ricetta di cui vi parlo oggi. Per la 
Giornata Nazionale dei Canestrelli del Calendario del Cibo Italiano ho pensato ad un biscotto che ha tutte le carte in regola per sembrare un dolcetto sfizioso, con tutte le caratteristiche dei Canestrelli di Carloforte. Li conoscete vero? Quelle ciambelline buonissime, ricoperte di una glassa bianca, a volte cosparse di zuccherini colorati! I biscottini di cui leggerete più giù sono particolari: non si servono a fine pasto ma all’inizio, o meglio come aperitivo, come stuzzichino… chi più ne ha, più ne metta. Insomma sono un modo diverso per intrattenere gli ospiti prima di andare a tavola o da servire per un buffet.


Manco a dirlo la ricetta è del maestro Luca Montersino, e per chi volesse, la si trova sul libro “Piccola pasticceria salata” (se lo trovate vi consiglio di comprarlo, ne vale davvero la pena) insieme a tante altre che fanno una gola!!!!! Io, per praticità (e perché’ non è di facile reperibilità), rispetto alla ricetta originale nella glassa ho omesso la dose di gelatina Kappa (infatti non la troverete tra gli ingredienti) ma vi garantisco che la riuscita sarà altrettanto ottima. In più, il riposo in congelatore non è previsto nel procedimento della ricetta sul libro, ma, trattandosi praticamente di una frolla montata, il freddo farà sì che i biscotti non perdano la forma in cottura. Quindi… che aspettate? I vostri ospiti rimarranno sorpresi e deliziati da queste piccole ciambelline sfiziose.



Canestrelli al sale rosa dell’Himalaya e cumino

Tempo di preparazione: 40 minuti circa + 10 minuti per la glassa

Ingredienti (per 52 pezzi circa da 4 cm)

Per i canestrelli:
220 gr di farina 00
20 gr di fecola di patate
150 gr di burro
30 gr di maltitolo
70 gr di tuorli cotto
25 gr di parmigiano reggiano
20 gr di latte fresco intero
q.b. di noce moscata
3 gr di sale

Per la glassa bianca salata:
100 gr di panna fresca
20 gr di vino bianco
10 gr di burro
10 gr di scalogni
10 gr di latte
1 gr di fecola
1 gr di colla di pesce
q.b. di chiodi di garofano
q.b. di noce moscata
 q.b. di sale e pepe

Per la finitura:

100 gr di glassa bianca salata
2 gr di semi di cumino
2 gr di sale rosa dell’Himalaya

Procedimento

Per i canestrelli:
Per prima cosa preparare i tuorli facendo bollire le uova per 10 minuti in acqua, sgusciateli e mettete da parte l’albume, oppure mettere i tuorli in un recipiente di plastica, coprirli di acqua fredda e farli cuocere per 3/4 minuti circa (dipende dalla potenza) nel forno a microonde. Una volta freddi, passarli al setaccio il più fine possibile.
Nella ciotola della planetaria versate farina e fecola setacciate, burro e maltitolo e sabbiate il tutto con la foglia. Aggiungete i tuorli passati al setaccio, il latte, il sale, la noce moscata e il Parmigiano e impastate molto velocemente, avvolgete l’impasto nella pellicola e lasciate riposare in frigorifero per almeno 1 ora. Stendere ad uno spessore di 7 mm e coppare dei dischetti con un coppapasta dentellato forandone il centro con una bocchetta liscia. Disponete i biscotti in una teglia (meglio se microforata) e passate qualche minuto in congelatore per stabilizzare la massa in modo che non perda la forma in cottura. Cuocere in forno statico a 170° per 20 minuti circa. Fare raffreddare bene su una griglia.



Per la glassa:

Far rosolare lo scalogno nel burro insieme a qualche chiodo di garofano, aggiungere il vino e far ridurre quasi completamente. Unire la panna e portare a bollore. Salare, pepare ed insaporire con la noce moscata. Legare il tutto con la fecola sciolta nel latte freddo, unendo infine la colla di pesce idratata, con la sua dose di acqua, e strizzata. Filtrate e conservate in frigorifero, coperto da pellicola a contatto, fino al momento dell’utilizzo.


Prima di servire, glassate la parte superiore dei biscotti con la glassa bianca salata calda e cospargete di semi di cumino e scaglie di sale rosa.



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sabato 29 aprile 2017

I dolci che fanno festa.

L’articolo di oggi sarà un po’ particolare e diverso dal solito. Si, perché è il mio primo post per il Calendario del Cibo Italiano che oggi festeggia i Dolci del Convento. Innanzi tutto devo ringraziare la mia cara amica Anna Laura Mattesini , da cui non si può fare altro che imparare e che mi ha fatto conoscere questo gruppo fantastico che mi sta dando spunti e stimoli incredibili (spero di esserne all’altezza) e che, ne sono certa, regalerà al mio girovita chili a iosa.... e qui, se qualcuno solleverà qualche obiezione, manderò tutti a lamentarsi da te cara la mia Anna Laura! Per un'altro motivo devo ringraziare un'altra dolcissima amica,  Monica De Rosa, perchè è lei che mi ha regalato la ricetta che suo papà, un bravissimo pasticcere di Tropea, ha sempre usato per questi spettacolari dolci. E adesso, ringraziamenti doverosi esplicati, passiamo all’argomento in questione. 



Dicevamo, i dolci del convento, ossia tutti quei dolci la cui origine viene identificata presso tutti i conventi e i monasteri sparsi per tutta Italia. Tra le varie ricette vi sono i susamielli, dolce tipico della tradizione natalizia di Napoli a forma di esse e che, a partire dal Seicento, le Clarisse del Convento di Santa Maria della Sapienza cominciarono a produrre con una forma ellittica che presero in nome, appunto, di “sapienza”. La tradizione racconta di tre tipi diversi di susamielli: i susamielli “per zampognari” offerti, appunto, ai zampognari ma anche ai contadini e al personale di servizio; I susamielli “del buon cammino” dedicati ai frati e ai preti e quello più diffuso a tutt’oggi il susamiello “nobile”, preparato con farina bianca, pisto (una miscela di spezie in polvere) e pasta “ammennola” (pasta di mandorle).


Nella tradizione dei dolci di Natale della mia città ci sono le susumelle, sorelle simili dei suddetti dolci napoletani anche loro con origini antiche e di forma ellittica ma che hanno qualche variante rispetto alla ricetta delle suore Clarisse di Napoli. Nella ricetta tipica delle susumelle calabresi non c’è la farina di mandorle ma è prevista una piccola dose di burro e dell’acqua. Un’altra differenza si nota nelle spezie: nei nostri biscotti si usano solo cannella e chiodi di garofano. Nella mia versione, la frutta candita (solo arance) viene ridotta in pasta visto che i canditi in pezzi non sono molto graditi a casa mia.

Dicevo che sono tipici dolci di Natale, ma sono così buoni che a casa mia si mangiano volentieri tutto l’anno. Chiunque ama le spezie non potrà fare a meno di amare questi biscotti che, cuocendo, spanderanno per casa un profumo che farà subito festa, anche se il Natale è lontano.


Susumelle calabresi

Tempo di preparazione: 30 minuti circa

Ingredienti (per 16 pezzi circa):

250 gr di farina 00 debole (160/180W)
75 gr di zucchero semolato
45 gr di miele di acacia
30 gr di miele di castagno
25 gr di burro
2,5 gr di bicarbonato
2,5 gr di ammoniaca
50 gr di arancio candito
50 gr di acqua
Un cucchiaino di cannella in polvere e mezzo cucchiaino di chiodi di garofano (le spezie sono modificabili secondo il gusto personale)
Cioccolato fondente e/o bianco per glassare



Procedimento

Setacciare la farina nella ciotola dell’impastatrice e aggiungere tutti gli altri ingredienti, tranne il cioccolato, amalgamando fino ad ottenere un impasto omogeneo, liscio e che non si appiccica alle mani. 
Formare due filoncini di circa 2/3 cm di diametro e tagliare obliquamente delle losanghe di impasto formando dei biscotti ovali. Lavorare spolverizzando la spianatoia di farina per far sì che l’impasto con il calore delle mani non si appiccichi. Trasferire i dolci su di una placca, ricoperta di carta da forno, distanziati tra loro (cuocendo si allargheranno un po’) e cuocere in forno statico a 180 °C per 15 minuti circa. 



Lasciare raffreddare i pezzi in teglia. Appena saranno ben freddi intingere la parte superiore nel cioccolato temperato ricoprendo bene tutta la superficie. I dolci si possono consumare quando il cioccolato avrà “tirato” formando uno strato croccante sopra il biscotto. 
Conservare su vassoi avendo cura di coprire bene con pellicola per alimenti o in una scatola di latta con chiusura ermetica avendo l’accortezza di porre tra uno strato e l’altro di biscotti della carta forno in modo che la copertura di cioccolato non si possa graffiare.



NB: per i più golosi c’è anche una versione al cioccolato che prevede il 5% circa di cacao sul peso della farina. Basta sostituire questa percentuale di farina con la stessa dose di cacao (es: 235 gr di farina + 15 gr di cacao = 250 gr di polveri).




CON QUESTA RICETTA PARTECIPO AL CONOCORSO NATALE A CASA MIA - La tua ricetta in un E-book, organizzato da LIBRICETTE.eu e CibusHD


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lunedì 27 giugno 2016

Per quelli che... la colazione.

Colazione, dicono il pasto più importante della giornata. Da piccola (mi correggo, fino a quando non mi sono sposata) non riuscivo nemmeno a concepire di mangiare la mattina appena sveglia. Quante scuse avrò trovato per non prendere latte e biscotti, quando mamma mi costringeva a sedermi la mattina prima di andare a scuola!!!! Proprio non riuscivo a mandare giù niente anzi, quasi avevo un senso di nausea solo al pensiero, e non perché non mi piacesse il latte, ma quando, soprattutto in inverno, devi concentrarti per aprire gli occhi e alzarti dal letto (sono sempre stata una grande dormigliona!) mangiare non è di sicuro uno dei tuoi pensieri principali. Dicevo, appunto, questo solo fino a quando mi sono sposata. Si sa, vita nuova, qualcuno per cui cucinare (ah l’amour!!!)…. Ma avevo un grande difetto, i biscotti li compravo!!! Si, anche io ho comprato i biscotti confezionati, anzi… se capita li compero anche adesso (non sempre si ha il tempo o la voglia di accendere il forno, vedi 40° all’ombra!!) Poi sono arrivati i figli e quindi….. “mamma, ma in questa casa non ci sono mai biscotti???”… nb.: ne avevo cucinati 5 teglie due giorni prima. Va beh!!!! Allora si biscotta!!! Questi … beh , di questi devo ringraziare Anna Laura, un’amica bravissima in cucina, che mi salva quando scarseggiano le idee. Li avevo già adocchiati sul suo blog, Eatparadeblog, e me ne sono subito innamorata. Veloci, facili, versatili e di una bontà spaziale!!!! Come al mio solito, ho modificato un pizzico il procedimento solo perché per abitudine ormai per me i biscotti in genere sono frolla, e da frolla li ho lavorati anche se non sono i classici biscotti di frolla croccante ma rimangono morbidi dentro. In più, in questa versione, ho omesso lo zucchero in granella. Comunque, credetemi che vale davvero la pena di assaggiarli. Provare per credere.


Biscotti al ginseng

Preparazione: 30 minuti + il riposo in frigorifero (o congelatore)

Ingredienti (per 20 biscotti circa)

200 g di farina 180 W (debole)
50 g di uovo
100 g di burro
50 g di zucchero semolato
½ cucchiaino di baking (lievito per dolci)
2 cucchiaini di ginseng in polvere
1 pizzico di sale
Zucchero in granella

Procedimento

Setacciare la farina con il lievito. Nella planetaria con la foglia, impastare le due polveri con il burro morbido (deve essere plastico, cioè si deve poter piegare senza spezzarsi), fino a rendere tutto simile alla sabbia bagnata. Unire lo zucchero, il sale, il ginseng e l’uovo leggermente sbattuto e impastare ancora in modo da amalgamare il tutto ma senza lavorare troppo (l’impasto dovrà risultare comunque un po’ grezzo ma non dovrà appiccicarsi alle mani). Schiacciare l’impasto su di un foglio di carta forno, chiudere a pacchetto e far riposare in frigo almeno due ore (in ogni caso, come per tutte le frolle, è consigliabile prepararlo il giorno prima). Al momento di utilizzarlo, riprendere l’impasto e lavorarlo un po’ sulla spianatoia in modo da renderlo “plastico”, stenderlo ad uno spessore di ½ cm circa e formare i biscotti nella forma desiderata. Appoggiarli sulla placca rivestita di carta forno cospargendoli di zucchero in granella, metterli in congelatore per 10 minuti circa (in questo modo terranno meglio la forma in cottura) e infornarli (direttamente dopo averli estratti dal congelatore) a 170°C per 15 minuti. Lasciare raffreddare bene su una griglia e conservare in una scatola di latta.


Questi sono esattamente come sono stati concepiti, cioè al ginseng, ma l’aromatizzazione (ho già testato) può variare secondo i gusti personali: caffè, orzo, vaniglia, gocce di cioccolato… insomma, spazio alla fantasia.