martedì 21 febbraio 2017

La dolcezza di una coccola

Che dolci i figli che sono (a volte)! Da piccoli lo sono sempre in realtà, e lo sono anche di più quando se ne escono con la frase:” mamma, facciamo le coccole?” frase tipica che fa sciogliere qualsiasi genitrice in brodo di giuggiole. E le coccole non sono mai le stesse, e non sono uguali per tutti. Poi i figli crescono e a far loro le coccole diventa un po’ più difficile. Per me la coccola più speciale che si può fare a chi si vuole bene è soffice, morbida e dolce. Profuma di mandorle e vaniglia e già, solo a guardarla, ti fa pensare al caldo abbraccio della mamma. Questa è l’esatta sensazione che provo quando preparo questa torta, nata un po’ per caso per la verità ma, vista la rapidità con cui viene “spazzolata”, direi davvero buona… a sentire il figlio maggiore “la torta più buona che abbia mai fatto”! Che sia per la colazione o per la merenda, sarà la coccola più tenera che potrete fare a chi amate.

Torta di zucca e mandorle

Ingredienti (dosi per uno stampo a ciambella da 16/18 cm)

170 gr di zucca cotta in forno e scolata
180 gr di farina 00
70 gr di farina di mandorle
40 gr di mandorle bianche tostate
2 uova medie (120 gr)
140 gr di zucchero
50 ml di olio di semi di girasole
20 ml di latte
1 bustina di lievito
1 cucchiaino di estratto di vaniglia (o la polpa di una bacca di vaniglia)
1 pizzico di sale

Procedimento

Montare con le fruste uova e zucchero fino a che non diventano bianche e spumose. Nel frattempo schiacciare in una ciotola (o frullare) la zucca molto bene in modo da farla diventare una crema, tritare le mandorle, con un coltello o in un cutter, molto grossolanamente in modo da ottenere una granella non troppo fine e setacciare a parte, due volte in una ciotola, la farina con il lievito. Unire alla montata di uova e zucchero la zucca, l’olio, il latte e l’estratto di vaniglia continuando sempre a montare. Aggiungere il sale, le due farine con il lievito e la granella di mandorle in due volte amalgamando bene tutto in modo da non formare grumi. 
Versare l’impasto nello stampo imburrato e infarinato e cuocere in forno statico a 160° per 45 minuti circa.

Lasciare raffreddare bene la torta prima di sformare e servirla cosparsa di zucchero a velo.




domenica 12 febbraio 2017

Coriandoli, mascherine e fritti a gogò.

Il Carnevale, per me la festa dei bambini. Non è una festa che amo moltissimo, forse perché da piccola ero l’unica a non poter indossare mai una mascherina. Quanti pianti mi sono fatta perché non potevo avere il vestito da fata turchina (ebbene sì, ero una bambina smielata!!) da indossare per la festa di classe! Quel giorno ero l’unica che, puntualmente ogni anno, indossava i vestiti normalissimi di tutti i giorni e come unico segno della festa avevo trombetta e coriandoli.
In cucina però è diverso, in cucina a Carnevale la parola d’ordine è: friggere!!!! E cosa c’è di più allegro e divertente di qualcosa che sia fragrante e scrocchiarello? Chiacchiere, lattughe, cenci, stracci… chiamateli come volete, sempre buone sono, ovviamente se fatte con le dovute attenzioni. Delle piccole sfoglie sottilissime e croccanti da cui è impossibile stare lontani.
Queste sono tratte da una ricetta del maestro Armando Palmieri che ho seguito fedelmente salvo nell’aggiungere della scorza grattugiata di arancia e limone che nella ricetta originale non è contemplata e nel prolungare i tempi di riposo dell'impasto. La cosa importante e fondamentale è fare molta attenzione alla temperatura dell’olio in frittura, tenendola sotto controllo con un termometro per non superare i gradi indicati altrimenti si rischia di avere un fritto che assorbe troppo olio. Per il resto, divertitevi e spalancate le finestre, è tempo di friggere!

 
Chiacchiere

Ingredienti:

350 gr farina debole 160W tipo “00”
125 gr uova intere (pari a 2 uova medie)
25 gr di burro
30 gr di succo di arancia
 40 gr di zucchero a velo
½ baccello di vaniglia
 20 gr di grappa o altro liquore a piacere (pari a mezzo bicchierino)
Scorza di un’arancia e di un limone grattugiate


Procedimento




Impastare tutti gli ingredienti insieme e far riposare per almeno 30 minuti, anche meglio 6/8 ore. 
Trascorso il tempo di riposo, sfogliare l’impasto allo spessore di 1 mm (questa operazione può risultare più facile con l’aiuto di una sfogliatrice o macchina per la
pasta), ritagliare tanti rettangoli e dare la forma voluta (piegarli nella parte centrale a mo di fiocchetto oppure fare dei tagli decorativi, insomma usate la fantasia). Friggere tutto in olio di arachidi a 160° e farli sgocciolare mettendoli in posizione verticale su della carta assorbente. Attendere qualche minuto, disporre su un vassoio e cospargere di zucchero a velo.




giovedì 29 settembre 2016

Sembrava un pomodoro e invece...!!!!

La spesa, ovvero l’oblio… così la definisce mio marito. In effetti, la mia spesa puntualmente finisce dopo almeno 2 o 3 ma anche 4 ore che ho girato per gli scaffali, guardando e spulciando, sempre in cerca di qualcosa di “nuovo” da poter portare a casa. Perfino in vacanza, un giro per i mercati o i super della zona non me lo toglie nessuno… è più forte di me. Del resto, se vuoi sperimentare cibi che non conosci, devi per forza andare alla ricerca di prodotti particolari, e dove vivo io non è poi così facile. Quindi, quando si va a trovare il fratellino, che vive in un paesino in provincia di Lecco, ti ritrovi comunque prima o poi a dover andare a prendere l’acqua. Solo che per raggiungere il reparto, devi comunque attraversare tutto il super nella sua lunghezza perché’, si sa’, gli scaffali dell’acqua minerale stanno sempre sistemati dalla parte diametralmente opposta all’entrata!!!! 


E mica è colpa mia se il reparto frutta e verdura sta esattamente sistemato proprio all’inizio del “percorso obbligato”!!! E se passando (di corsa perché’…. “sto in macchina con il motore acceso, tanto devi prendere solo l’acqua”) l’occhio ti cade su una verdura (deduco sia tale dato che si trova tra fagiolini e carote quindi, non si tratterà di frutta!!!) rotonda e di colore arancio/rosso striata di verde che fai non ti fermi a cercare di capire cos’è? Certo che sì.  



Al primo impatto il mio pensiero è “che pomodori strani!!!”. Prendi la confezione, la rigiri per leggerne il contenuto e… mah….. e da quando sono cosi???? Va beh, verdura nuova (per me) + voglia di sperimentare = prendiamola!!!!!
Arrivi alla cassa, la cassiera guarda la confezione e sembra un po’ stranita ”Signora, come li cucina questi pomodori?”
Tra me e me “ma tu non ci lavori qui???”, poi decido che è meglio rispondere diversamente “Non sono pomodori, signorina… sono melanzane.”
“Ma tu guarda che strane!!! Poi mi fa sapere che gusto hanno??? Sono incuriosita.”
“Certo, appena ripasso le faccio sapere”
Ehm…. Ho paura che mi stia ancora aspettando, ma temo mi venga un po’ fuori mano!!!

E quindi, eccole qua le “melanzane strane”! Sono una DOP dal 2007, la sua valorizzazione ha portato al riconoscimento come Presidio Slow Food ed è commercializzata e riconosciuta con il nome di melanzana rossa di Rotonda. Coltivata appunto a Rotonda in Basilicata e in Campania in alcuni territori del Cilento, ha un sapore un po’ più amarognolo delle melanzane più conosciute per cui raccomando, prima di usarle in qualsiasi preparazione, di tenerle a bagno in acqua e sale per almeno 1 o 2 orette. Manterranno comunque la loro croccantezza perché hanno una struttura più compatta e densa delle melanzane viola o nere. A me sono piaciute tanto (le ho sperimentate in un paio di ricette), spero piaceranno anche a voi.



Torrette di melanzane rosse

Ingredienti (per 4 persone)

8 melanzane rosse di Rotonda piccole
4 fette spesse di mozzarella di bufala affumicata
Olio al basilico
Sale e pepe

Per l’olio al basilico:

20 gr di foglie di basilico fresco
1 spicchio d’aglio (facoltativo)
Sale
 Olio evo q.b.

Preparazione


La sera prima, mettere a sgocciolare le fette di mozzarella in uno scolino in modo da eliminare tutto il siero. Lavare e spuntare le melanzane tagliando una piccola parte del fondo e la parte del picciolo in modo da poter avere basi piatte. Affettarle in orizzontale ottenendo da ogni melanzana  3 dischi dello stesso spessore, metterle in acqua e sale per eliminare un po’ di amaro e lasciarle a bagno per almeno mezz’ora. Trascorso il tempo di ammollo scolarle e asciugarle bene con un canovaccio pulito o tra due fogli di carta assorbente, friggerle in olio evo e farle sgocciolare bene su carta per fritti. Ricavare dalle fette di mozzarella dei dischi dello stesso diametro delle fette di melanzana e tenerle da parte. Preparare l’olio al basilico frullando insieme le foglie di basilico, lo spicchio d’aglio (se si gradisce) e un pizzico di sale con dell’olio evo fino a che non diventa una salsa  ben emulsionata e fluida. Cominciare a montare le torrette alternando melanzana, olio al basilico, e mozzarella fino a formare due strati e terminando con la melanzana. Infornare con il grill fino a che la mozzarella non è ammorbidita, sfornare e servire caldo con ancora un filo di olio al basilico.

Io ho aggiunto con una spennellata di pasta di pistacchio sul piatto che da un tocco di dolcezza in più.

Se si utilizzano delle melanzane abbastanza piccole sono un'idea carina anche per un antipasto o un finger food.


PH by Gianpaolo Musolino

giovedì 8 settembre 2016

In vacanza tra i profumi della Costiera.

Eccomi, sono tornata. Del resto le vacanze sono finite e si deve ricominciare. 
Quest’estate ho bighellonato un po’ e le mie vacanze (decisamente alternative) mi hanno portata dal mare alla montagna (letteralmente). Sono passata dalla Costiera Amalfitana ai monti del Cilento, e poi di nuovo giù fino a Salerno, per quattro giorni che…. ma di questo vi parlerò in un altro articolo. Oggi voglio parlarvi dei colori e dei profumi di una terra straordinaria che regala, a chiunque voglia ascoltarla, emozioni incredibili. I colori dell’oro e del cielo che si fondono in un panorama incantevole…. E poi… i profumi…. quelli che, per chi come me ama il cibo e tutto quello che lo riguarda, avverte da subito… quello buono… quello fatto di tradizioni e amore per la terra. E il profumo della Costiera non può che identificarsi con quello dei suoi limoni. Belli, color oro e inebrianti!! 
Io ho avuto la fortuna di assaggiare quelli I.G.P. , quelli prodotti e raccolti da Costieragrumi dell’azienda De Riso. Esatto, De Riso… come Salvatore De Riso (ovviamente se vai in Costiera, mica puoi evitare di fare un salto nella sua nuova pasticceria/bistrot!) …. A proposito maestro, grazie, lei non ha idea di quanto abbia gradito quella cassetta che mi (ci) ha inondato la macchina di un profumo spettacolare che ci ha accompagnati fino a casa e oltre.



E con tanti limoni della Costiera che vuoi farci se non un ottimo limoncello?? E con il succo non vuoi farlo un sorbetto??? (anche questi argomenti saranno trattati più in là). Erano però davvero tanti e quindi??? Quindi, notando che mancava qualcosa tra le mie scorte, quale miglior occasione se non fare una fresca, vellutata e profumatissima pasta di limoni??? La migliore soluzione per conservare l’aroma di questi favolosi agrumi e poterlo utilizzare per far felici i mei dolci!!! Questa è la ricetta che uso io, la ricetta del maestro Luca Montersino. Facile, veloce e semplicissima da usare, sarà la vostra aromatizzazione preferita per creme, frolle e qualsiasi cosa la fantasia vi suggerirà.





Pasta di limone (da "Croissant e biscotti" di Luca Montersino)


Ingredienti (per 600 gr circa di pasta)

120 gr di limoni non trattati interi senza semi
60 gr di buccia di limone non trattata
100 gr di sciroppo di glucosio
160 gr di zucchero a velo
200 gr di zucchero fondente

Procedimento

Tagliare a pezzi i limoni e inserirli in un cutter (o un robot da cucina abbastanza potente…. più  potenza ha la macchina, più “cremosa”  verra’ la pasta) insieme a tutti gli altri ingredienti, frullando tutto fino a che non diventa un composto liscio e vellutato.
Si conserva ben chiusa in contenitori ermetici, in frigorifero per non più di venti giorni oppure in congelatore per diversi mesi. Potrà essere dosata con un cucchiaio anche appena estratta dal congelatore poiché l’alta dose di zuccheri e la presenza dello sciroppo di glucosio non permetteranno la cristallizzazione anche a basse temperature. L’unica accortezza è dare una bella mescolata prima di adoperarla.

E’ l’aroma perfetto per creme, frolle, biscotti e tutto quello che la fantasia vi suggerisce.




PH by Gianpaolo Musolino



giovedì 21 luglio 2016

Sognando spiagge e mare.

Al momento l’unica cosa che sogno è una sdraio su una di quelle spiagge bianche e deserte di un’ isola tropicale, con un unico rumore di sottofondo: il mare. Niente rumori molesti, niente chiasso e nessun ombrellone nel raggio di 10 km!!! Beh, in verità, le spiagge della mia Calabria danno l’imbarazzo della scelta perché comunque sono variegate ed estese. Dalla sabbia, alla ghiaia, alla roccia…… ce n’è davvero per tutti i gusti, ma sono facilmente raggiungibili per il mio canone attuale di sopportazione!!! Io avrei proprio bisogno di un’isola deserta.. due palme, un’amaca e il mare!!!!! Tanto sognare non costa nulla!!! E comunque i sogni accendono la fantasia In effetti questo piatto è nato proprio così, immaginando queste isole tropicali, profumi e sapori insoliti (o quasi) si mischiano e si fondono in un insalata fresca e delicata dai colori dorati del sole. Le dosi della vaniagrette sono variabili in base ai gusti. A noi è piaciuta così, con un condimento un po’ aspro che sia di contrasto con la dolcezza di gamberi e mango. E’ un piatto un po’ particolare ma semplice, è perfetto da portare in spiaggia, per un pic-nic ma anche come finger food. Farete un figurone con i vostri ospiti. Allora che aspettate?? Di corsa a fare la spesa e poi… tutti in cucina!!!


Insalata di riso con gamberi e mango

Ingredienti (per 4 persone)

280 g di riso parboiled
300 g di gamberi puliti
4 gamberoni
1 mango maturo
½ mazzetto di rucola
10 pomodori ciliegino
Brandy
1 cucchiaio di salsa di soia
1 limone (succo e scorza grattugiata)
Sale, pepe e olio e.v.o.

Procedimento


Cuocere il riso, in acqua bollente salata, per il tempo indicato sulla confezione.  A cottura ultimata passarlo sotto l’acqua fredda per fermare la cottura, scolarlo bene e versarlo in una ciotola abbastanza capiente. Intanto che cuoce il riso, lavare rucola e pomodorini, tagliare la prima grossolanamente e i secondi a metà (anche in quattro se sono abbastanza grandi) tenendoli da parte separatamente. Sbucciare il mango, tagliarlo a tocchetti e tenerlo da parte in una ciotolina (cercate di raccogliere l’eventuale succo che servirà per la vaniagrette.) Rosolare, in 2 padelle separate,  gamberi e gamberoni con un filo di olio. Quando hanno assunto un bel colore brunito versare il brandy e fiammeggiare per far evaporare la parte alcolica, quindi condire con sale, pepe e tenere in caldo, fuori dal fuoco. Preparare una vaniagrette con olio, sale, pepe, salsa di soia, succo di limone e il succo ricavato dal mango emulsionando bene con una forchetta. Versare nella ciotola con il riso, ormai freddo, gamberetti, pomodorini mango e condire con la vaniagrette amalgamando bene tutto. Per ultimo aggiungere la rucola e ¾ della scorza del limone grattugiata, dare un’altra mescolata e servire guarnendo con 1 gamberone, qualche foglia di rucola e il resto della scorza del limone.



PH by Gianpaolo Musolino

lunedì 27 giugno 2016

Per quelli che... la colazione.

Colazione, dicono il pasto più importante della giornata. Da piccola (mi correggo, fino a quando non mi sono sposata) non riuscivo nemmeno a concepire di mangiare la mattina appena sveglia. Quante scuse avrò trovato per non prendere latte e biscotti, quando mamma mi costringeva a sedermi la mattina prima di andare a scuola!!!! Proprio non riuscivo a mandare giù niente anzi, quasi avevo un senso di nausea solo al pensiero, e non perché non mi piacesse il latte, ma quando, soprattutto in inverno, devi concentrarti per aprire gli occhi e alzarti dal letto (sono sempre stata una grande dormigliona!) mangiare non è di sicuro uno dei tuoi pensieri principali. Dicevo, appunto, questo solo fino a quando mi sono sposata. Si sa, vita nuova, qualcuno per cui cucinare (ah l’amour!!!)…. Ma avevo un grande difetto, i biscotti li compravo!!! Si, anche io ho comprato i biscotti confezionati, anzi… se capita li compero anche adesso (non sempre si ha il tempo o la voglia di accendere il forno, vedi 40° all’ombra!!) Poi sono arrivati i figli e quindi….. “mamma, ma in questa casa non ci sono mai biscotti???”… nb.: ne avevo cucinati 5 teglie due giorni prima. Va beh!!!! Allora si biscotta!!! Questi … beh , di questi devo ringraziare Anna Laura, un’amica bravissima in cucina, che mi salva quando scarseggiano le idee. Li avevo già adocchiati sul suo blog, Eatparadeblog, e me ne sono subito innamorata. Veloci, facili, versatili e di una bontà spaziale!!!! Come al mio solito, ho modificato un pizzico il procedimento solo perché per abitudine ormai per me i biscotti in genere sono frolla, e da frolla li ho lavorati anche se non sono i classici biscotti di frolla croccante ma rimangono morbidi dentro. In più, in questa versione, ho omesso lo zucchero in granella. Comunque, credetemi che vale davvero la pena di assaggiarli. Provare per credere.


Biscotti al ginseng

Preparazione: 30 minuti + il riposo in frigorifero (o congelatore)

Ingredienti (per 20 biscotti circa)

200 g di farina 180 W (debole)
50 g di uovo
100 g di burro
50 g di zucchero semolato
½ cucchiaino di baking (lievito per dolci)
2 cucchiaini di ginseng in polvere
1 pizzico di sale
Zucchero in granella

Procedimento

Setacciare la farina con il lievito. Nella planetaria con la foglia, impastare le due polveri con il burro morbido (deve essere plastico, cioè si deve poter piegare senza spezzarsi), fino a rendere tutto simile alla sabbia bagnata. Unire lo zucchero, il sale, il ginseng e l’uovo leggermente sbattuto e impastare ancora in modo da amalgamare il tutto ma senza lavorare troppo (l’impasto dovrà risultare comunque un po’ grezzo ma non dovrà appiccicarsi alle mani). Schiacciare l’impasto su di un foglio di carta forno, chiudere a pacchetto e far riposare in frigo almeno due ore (in ogni caso, come per tutte le frolle, è consigliabile prepararlo il giorno prima). Al momento di utilizzarlo, riprendere l’impasto e lavorarlo un po’ sulla spianatoia in modo da renderlo “plastico”, stenderlo ad uno spessore di ½ cm circa e formare i biscotti nella forma desiderata. Appoggiarli sulla placca rivestita di carta forno cospargendoli di zucchero in granella, metterli in congelatore per 10 minuti circa (in questo modo terranno meglio la forma in cottura) e infornarli (direttamente dopo averli estratti dal congelatore) a 170°C per 15 minuti. Lasciare raffreddare bene su una griglia e conservare in una scatola di latta.


Questi sono esattamente come sono stati concepiti, cioè al ginseng, ma l’aromatizzazione (ho già testato) può variare secondo i gusti personali: caffè, orzo, vaniglia, gocce di cioccolato… insomma, spazio alla fantasia.



sabato 18 giugno 2016

Caro blog,


ti ho trascurato un po’, lo so. No, non mi sono dimenticata di te, come potrei?? E’ solo che a volte ho bisogno di staccare un po’ la spina…. E l’ho staccata.. letteralmente… solo qualche sbirciata fugace al web e a facebook ma niente di più. Capita di attraversare periodi di stanchezza… capita di aver bisogno di raccogliere un po’ le idee. Mi sento un po’ scarica… sarà il cambio di stagione, ma non riesco a concentrarmi. A ripensarci, forse non è tutta colpa della stagione. Forse è uno stato d’animo un po’ sottotono. Magari è soltanto che doveri essere meno sensibile. E chi ne fa le spese, è sempre quello (o coloro) cui tengo di più!.... Pessimo difetto il mio, devo ancora imparare a scrollarmi in fretta da dosso le delusioni…. Devo imparare a farmi scivolare addosso la cattiveria dell’umanità, non permetterle di penetrarmi fin dentro l’anima perché, quando arriva fin li, lascia solo il vuoto e mi rende incapace di vedere il bello di quello che ho intorno  …. Ecco, ad esempio anche le foto sono inguardabili (e per questo devo chiedere scusa a chi legge) ma al momento non so fare di meglio!!!! Ma passerà.. come sempre… come ogni volta…. E sarà anche meglio di prima, te lo prometto! Nel frattempo (adesso che ho finito con lo sfogo) ti (vi) lascio delle piccole delizie di stagione, con la promessa che il prossimo articolo sarà degno dell’affetto che ho per te (e per tutti coloro che hanno la bontà e la pazienza di seguirmi).

Con affetto sincero la tua (vostra)

Angela



Frittelle con fiori di zucca al profumo di basilico

Ingredienti

200 g di farina
Acqua gassata freddissima (o birra chiara)
6/8 cubetti di ghiaccio
Sale, pepe
250 g di fiori di zucca puliti
Basilico fresco
1 spicchio di aglio
Olio di semi di arachidi



Procedimento

Versare la farina in una boulle capiente e amalgamarla con acqua e ghiaccio fino a farne una pastella morbida (la consistenza deve essere quella di una crema), insaporire con sale e pepe e mettere, coperta, in frigorifero per almeno mezz’ora. Dopo il riposo, unire i fiori tagliati a metà, il basilico spezzettato e l’aglio tritato molto finemente (se non si gradisce molto il sapore eliminare l’anima interna). Nel frattempo, mettere abbondante olio in un recipiente abbastanza alto in modo che le frittelle cuociano in olio profondo e portarlo ad una temperatura di 170°C. Cuocere poche frittelle per volta, prelevandole con un cucchiaio e adagiandole nell’olio bollente fino a doratura. Prelevarle con una schiumarola ed eliminare l’olio in eccesso lasciandole sopra un paio di fogli di carta per fritti. Servirle calde.

Prelevandole con un cucchiaino da tè saranno dei piccoli bocconcini ideali da servire come finger food. In questo caso sarà opportuno tagliare i fiori di zucca in pezzetti più piccoli in modo da non avere difficoltà nel prelevare il composto.