venerdì 22 aprile 2016

Bianco e rosso di stagione

Adoro la primavera!!!! E adoro la frutta che questa stagione offre!!! Da adesso fino alla fine dell’estate sarà un tripudio di colori, profumi e sapori che apriranno il cuore (e lo stomaco… almeno nel mio caso!!!). Da piccola non vedevo l’ora che iniziassero le fragole. Ne facevo scorpacciate incredibili, con i conseguenti rimproveri di mamma perché (nemmeno a dirlo) esageravo…. Aveva pienamente ragione…… ero capacissima di mangiarne un cestino intero e a volte esageravo tanto da farmi venire il mal di pancia!!!! Ma che potevo fare??? Non ero golosa di dolci ( ahimè si cambia crescendo!!!) , ma alle fragole proprio non resistevo. E non resisto nemmeno da grande!!! Cosa c’è di più goloso di un frutto rosso a forma di cuore?? Beh.. forse… a pensarci bene….se si unisce qualche lampone!!!! … e dei mirtilli??? …. E se….. magari hai voglia di un dolce, ma hai poco tempo e non ti va di complicarti la vita???? Panna!! Ecco… c’è della panna in frigorifero. Perfetto… non devo nemmeno uscire per fare la spesa!!! Allora direi che è il caso di mettersi all’opera!! Semplice e veloce da fare…. il dolce per domenica è garantito… e con poco sforzo!!!




Panna, vaniglia e frutti speziati

Ingredienti (per 15 vasetti da 125 g)

Panna cotta alla vaniglia

1 l di panna fresca 35%mg
200 ml di latte fresco intero
200 g di zucchero semolato
2 bacche di vaniglia
20 g di gelatina in fogli
100 g di acqua

Composta di fragole e frutti di bosco

150 g mirtilli
150 g lamponi
250 fragole
½ limone
1 bicchierino martini bianco
2 cucchiai di zucchero
50 g zucchero (per cuocere)

Ragù di fragole e frutti di bosco (da una ricetta tratta da “Peccati al cioccolato” di Luca Montersino)

90 g di fragole in purea
90 g di lamponi in purea
60 g di zucchero semolato
30 g di sciroppo di glucosio
1 g di pectina
Qualche goccia di succo di limone (6 g)
1 cm di zenzero grattugiato
100 g di frutti di bosco misti




Procedimento

Per la panna cotta

Ammorbidire la gelatina nella dose di acqua. Portare a bollore la panna con lo zucchero e la polpa della vaniglia. In un pentolino, scaldare il latte e sciogliervi la gelatina, oramai ammorbidita e strizzata, e mescolare bene. Filtrate il latte con un colino facendo colare tutto nella panna, mescolare e tenere da parte.

Per la composta

Lavare e asciugare la frutta. Tagliare le fragole a dadini adeguandoli al resto della frutta e raccoglierle, insieme a lamponi e mirtilli in una ciotola. Condire tutto con la prima dose di zucchero, il succo del limone,  il Martini e lasciare macerare in frigo per 24 ore. Trascorso questo tempo trasferire la frutta con il suo liquido in una pentola d’acciaio, aggiungere l’altra dose di zucchero e portare ad ebollizione. Lasciare cuocere finché la frutta non è caramellata e la salsa non si è addensata. Trasferire in una ciotola e lasciare raffreddare.




Per il ragù

Mescolare lo zucchero semolato con la pectina. Scaldare le due puree di frutta in un pentolino fino a circa 50°C. unite il glucosio. Lo zenzero e a pioggia, la miscela di zucchero e pectina. Portare a bollore e fare cuocere per un paio di minuti. A fine cottura unire il succo di limone e lasciare raffreddare. Quando il composto è freddo, unire i frutti di bosco e metterlo in frigorifero.

Montaggio

Colare nei vasetti la panna cotta alternandola alla composta (è importante far solidificare ogni strato almeno 20 minuti in congelatore, in quanto la panna si presenterà piuttosto liquida in principio) formando tre strati e lasciando libero qualche cm dal bordo. Congelare bene. Per servire scongelare in frigorifero per 5/6 ore. Completare con il ragù di frutta e decorare a piacere.








martedì 19 aprile 2016

Finalmente la bella stagione!!!

Decisamente le temperature si sono alzate già da un po’ (se mai sono state basse, visto lo strano inverno passato!!!)….. Per contro, con le temperature che si alzano, si abbassa la voglia di ­­­cibi elaborati!!! Quindi??? Quindi… insalate!!!! Verdi, rosse, miste, di pollo, di cereali, di riso….. e di pasta!!! Tutte veloci, fresche, e troppo, troppo buone!!! Eh si… ecco un’altra di quelle cose che adoro (come se ci fosse qualcosa in cucina che non mi piace!!!) e in cui lascio andare la fantasia, libera di provare accostamenti di gusti e colori che fanno i piatti da mangiare già solo con gli occhi. Questo è uno di quegli esperimenti che ho provato tempo fa e il più richiesto a casa mia quando si ha voglia di gusto e freschezza (mio figlio dice che crea dipendenza), soprattutto in estate. E’ molto gustosa e versatile (con alcune sostituzioni diventa un secondo strepitoso!!! Ma ve ne parlerò in un altro post) e, avendo il vantaggio di poterla preparare in anticipo, adattissima per dei pic-nic fuori porta. Insomma….. tutta da provare!!! Quindi… tutti in cucina… sono certa che anche voi, dopo averla assaggiata, diventerete insalatadipendenti.



­­Farfalle allo zafferano con peperoni, tonno e rucola

Ingredienti (per 4 persone)

320 g di farfalle rigate
Una bustina di zafferano
2 peperoni rossi
240 g di tonno in olio di oliva
20 g di rucola
1 spicchio di aglio
Mezzo limone
Origano, sale e olio e.v.o.



Procedimento

Ungere uniformemente la superficie dei peperoni, farli grigliare in forno fino ad abbrustolire la pelle e, appena sfornati, conservarli chiusi in un sacchetto di carta fino al giorno dopo. Questo farà si che la pelle si stacchi facilmente.

Pulire i peperoni dalla pelle e dai semi, tagliarli a tocchetti e trasferirli in una ciotola condendoli con lo spicchio di aglio tagliato a lamelle spesse, sale, il succo del limone (tenete da parte la scorza grattugiandola prima), origano e olio. Mescolare bene e lasciare insaporire per almeno 1 o 2 ore in frigo. Cuocere la pasta in acqua salata e zafferano, scolarla e fermare la cottura passandola sotto l’acqua fredda. Versarla su un canovaccio pulito per eliminare i residui di umidità e trasferirla in una insalatiera abbastanza capiente. Condire con un filo di olio, il peperone marinato (avendo cura di eliminare preventivamente le lamelle di aglio che avranno ormai rilasciato il loro aroma), delle scaglie di tonno e la rucola tagliata grossolanamente con una forbice direttamente sulla pasta. Mescolare per amalgamare bene tutto, cospargere di buccia di limone grattugiata e servire fredda.


giovedì 14 aprile 2016

La ricottina che voleva stare in una pastiera

C’era una volta una piccola ricotta dimenticata in frigorifero, lasciata lì, tra un pezzo di grana e un fondino di prosciutto, che sperava, prima o poi, di vedere cosa poteva esserci fuori da quel posto freddo e anche un po’ umido. Accanto a lei, allo stesso modo triste e solo, un barattolo già iniziato di grano precotto. Una mano casualmente li mise ancora più vicini e così cominciarono a chiacchierare:
 “ma tu non ti sei stufata di stare qui?” disse il grano alla ricottina.
“Si… e non riesco a capire perché non si accorgano di me. Forse non gli piaccio! Forse mi ritengono inutile!!! Se continuano a lasciarmi qua dentro diventerò acida!!” sbottò la ricotta, “eppure so che qualche giorno fa un paio di mie amiche sono state tirate fuori da questo gelo e ne hanno fatto una creazione bellissima!!! Che cosa ho io che non va?” si mise a piangere ….
Pronto, il barattolo di grano:
“è vero…. le altre tue compagne sono state usate insieme al resto del mio contenuto per allietare una festa che gli umani chiamano Pasqua… Hanno preparato una torta che chiamano “pastiera”… E' una torta dolce e, dicono, anche buonissima… ma dopo le feste credo si siano stancati di così tante preparazioni piene di zucchero!!”.
Non l’avesse mai detto!!!!… la ricottina si mise a piangere ancora più disperata, convinta che di lì a poco sarebbe andata a finire nel bidone dell’umido e sarebbe finita così, inutilmente, la sua vita, senza che le fosse mai stata data la possibilità di allietare, con la sua dolcezza, la tavola di chi l’aveva voluta portare a casa.
Il barattolo di grano, vedendola così sconfortata, ebbe un’idea e cominciò a bisbigliare rivolgendosi al suo vicino, il fondino di prosciutto:
“senti… stavo pensando…. ma che tu sappia… una pastiera deve per forza essere fatta con lo zucchero??? E se invece……..!?!?”
Il fondino, tutto euforico ed entusiasta dell’idea, cominciò a fare passaparola e in men che non si dica il grana e il caciocavallo si unirono agli altri due e, tutti insieme, rivolgendosi alla ricottina dissero:
“non preoccuparti, vedrai che adesso riusciremo a renderci utili e andremo a tavola con una preparazione che lascerà tutti senza parole… altro che pastiera!!!!”
Coinvolsero le uova e i cipollotti… si presero tutti per mano e abbracciandosi forte forte tutti insieme, crearono un ripieno talmente buono che mai una ricottina così timida avrebbe potuto sognare.
Fu così che la piccola ricotta ritrovò la gioia e fu felicissima di poter essere gustata da tutti, sapendo che ad ogni morso i commensali l’avrebbero lodata per tanta bontà!!!!

Libera interpretazione di "La pastiera napoletana" di Renata Villani . (Sempre tua è la colpa se mi vengono certe idee!!).




Torta rustica di grano e ricotta

Ingredienti (per 2 tortiere da 20)

Per la pasta brisèe (da “le mie torte salate” di Luca Montersino)

500 g di farina 180w
250 g di burro
125 g di acqua
7 g di sale

Per il ripieno

400 g di grano precotto
500 ml di latte intero fresco
1 cucchiaio di burro
300 g di ricotta (preferibilmente di pecora)
80 g di prosciutto cotto a dadini
50 g di parmigiano grattugiato
50 g di caciocavallo di bufala grattugiato
40 g di cipollotti (compresa la parte verde)
3 uova (da 50 g)
Sale, pepe nero, noce moscata e olio e.v.o.




Procedimento

Per la pasta brisèe

Lavorare il burro con l’acqua e il sale nella planetaria con la foglia senza però far scaldare il composto. Quando è tutto amalgamato a sufficienza, aggiungere la farina setacciata e lavorare quel tanto che basta a formare un impasto omogeneo. Formare un panetto, avvolgere in un foglio di carta forno e lasciare riposare in frigo prima di utilizzarla.
Al momento dell’utilizzo lavorare nuovamente l’impasto per renderlo plastico, stendere ad uno spessore di 5 mm e utilizzare secondo necessità.
L’avanzo può essere conservato in congelatore e utilizzato previo scongelamento in frigorifero.




Per il ripieno

Mettere il grano con 200 g di latte (sottraendoli dalla dose in ricetta), il burro e un pizzico di sale e far bollire a fuoco lento fino a che il latte non si è assorbito, mettere da parte e far raffreddare. Lavare bene i cipollotti, tagliarli a cubetti e stufarli a fiamma dolce in poco olio evo. Quando sono ammorbiditi mettere da parte e lasciare raffreddare. Separare i tuorli dagli albumi. Nel frattempo, setacciare la ricotta (messa a scolare la sera prima dal liquido) e amalgamarla, con l’aiuto di una forchetta, con il restante latte, il composto di grano, i cipollotti, il prosciutto, i formaggi, sale, pepe, noce moscata e i tuorli ben sbattuti. Montare gli albumi a neve e aggiungerli al composto poco alla volta, mescolando delicatamente dal basso verso l’alto per non smontare la massa.

Montaggio

Foderare le teglie con la pasta brisèe e riempire per  ¾ con il ripieno. Con la restante pasta formare delle strisce e porle sulle torte a formare dei rombi come per una crostata.
Cuocere in forno (il mio statico) preriscaldato a 170°C per circa un’ora e quindici sul ripiano più basso in modo che cuocia bene senza colorare troppo la superficie. Farle raffreddare bene prima di sformarle.

Come per la pastiera, consiglio (se si ha la possibilità) di passarle in congelatore (o meglio in abbattitore) subito dopo sfornate in modo da bloccare l’eventuale collasso centrale.



sabato 9 aprile 2016

La mamma ha sempre ragione

“Sai Angela, ai miei tempi gli scarti non esistevano. Non esisteva che si buttavano via le bucce, che fossero di patate o altro, perché c’era così poco da mangiare che anche quelle erano commestibili. E chi riusciva ad averle le patate, per poterne utilizzare anche le bucce, era davvero fortunato. Non come oggi….” Parole sante mamma!!!! Oggi è più quello che va a finire nella pattumiera che quello che si riesce a consumare. Eh si!!! Oggi ci occuperemo di “scarti”!!!! O almeno… di quello che noi potremmo considerare “scarti”. No,  non vi parlerò delle bucce delle patate, ma delle membrane esterne dei finocchi. Esatto… proprio quella parte che di solito si butta via perché più dura e fibrosa!!! Ebbene anche quella, se trattata come si deve, si può utilizzare in mille modi diversi. Questa volta la useremo per fare una crema morbida e vellutata, con un tocco di croccante che le darà una marcia in più!!!…. Allora… siete pronti? Su… tutti in cucina!!!



Crema di finocchi, zucchine e mandorle

Ingredienti (per 4 persone)

170 g di patate
350 g di zucchine
450 g di membrane esterne di finocchi (con barbe e gambi)
100 g di cipollotti
½ litro di brodo vegetale
Olio e.v.o., sale e pepe
1 manciata di mandorle a filetti


Procedimento


Sbucciare patata e cipollotti, spuntare le zucchine e pulire membrane e gambi dei finocchi dai filamenti esterni. Tagliare i cipollotti a rondelle e le verdure a tocchetti (non è necessario che siano piccoli, tanto sarà tutto passato al mixer, ma è importante che siano più uniformi possibile come taglio in modo che abbiano lo stesso tempo di cottura). Fare appassire un po’ i cipollotti in un filo di olio, aggiungere patate e finocchi e far rosolare con un pizzico di sale, in modo che comincino a tirare fuori l’acqua di vegetazione. Unire le zucchine e portare a cottura con il brodo. Nel frattempo, tostare i filetti di mandorle in un padellino antiaderente facendo attenzione a non bruciarli. Quando hanno assunto un colore dorato spegnere il fuoco e trasferirli in un piatto per farli raffreddare. Aggiustare le verdure di sale e pepe, passare il tutto al mixer ad immersione e filtrare con un setaccio per eliminare la parte fibrosa del finocchio. Servire caldo in una fondina con un filo di olio e i filetti di mandorle.


domenica 27 marzo 2016

Quando le amiche.......

Come per tutte le feste, anche la Pasqua ha i suoi dolci tradizionali. Colombe e uova pasquali sono sicuramente presenti su tutte le tavole d’Italia, insieme a tanti altri dolci delle varie tradizioni regionali…… e uno dei dolci più rappresentativi dell'Italia meridionale è innegabilmente la pastiera. Devo dire che, fino a qualche anno fa, non era uno di quei dolci che mi entusiasmavano alla follia!!…. La assaggiavo di rado e solo per non far risentire chi gentilmente me la portava in dono. Non so se era un problema di aromi, o semplicemente la frutta candita (che io non ho mai amato particolarmente fino a quando ho cominciato a diventare pignola, andandomi a cercare i prodotti di qualità), ma davvero non riuscivo a farmela piacere!!… Poi….. poi ho conosciuto lei … la mia amica Renata Villani, partenopea di nascita, trapiantata al gelo del nord per necessità, ma che ha mantenuto tutto il sole di Napoli nel cuore… infatti basta guardala che immediatamente si percepisce tutta la gioia e la solarità di quella terra attraverso il suo sorriso. E’ stata lei che mi ha “corrotta” con questa sublime preparazione che ha conquistato non solo me, ma anche tutti coloro che ogni anno godono nell’assaggiare questa pastiera. Per la verità (Renata perdonami) ho fatto qualche piccola modifica non amando il sapore dello strutto e di qualche aroma ma, credetemi, anche se un po’ lunga come preparazione (ma del resto basta sapersi organizzare), vale veramente la pena cimentarsi…. Avrete delle soddisfazioni anche da chi non vi aspettate. Provare per credere!!!!!
Auguri di una Felice e Serena Pasqua!



Pastiera (quasi) napoletana

Ingredienti (per 3 tortiere da 20 e 3 da 16)

ü  Per la frolla sableè (da “Peccati di gola” di Luca Montersino)

1 Kg farina 00
600 burro
400 zucchero a velo
160 tuorli
1 bacca vaniglia burbon
2 g sale
Buccia di limone q.b.

ü  Per il ripieno (dal blog “Farina, chiacchiere e poesia” di Renata Villani)

750 g  grano per pastiere
Un cucchiaio di burro
500 ml  latte intero fresco
750 g ricotta di pecora (o bufala)
700 g zucchero semolato
8 uova medie
1 fialetta di acqua di fiori di arancio (o arancio)
1 bacca di vaniglia
5 g cannella in polvere
Un pizzico di sale
Cubetti di arancio o frutta candita a piacere



Procedimento

ü  La frolla sableè

Setacciare la farina e lo zucchero a velo separatamente in modo che non abbiano grumi. Versare farina e burro (morbido ma non sciolto) nel vaso della planetaria e, con la foglia, far “sabbiare” il composto (deve avere l’aspetto della sabbia bagnata). Aggiungere lo zucchero, il sale, la polpa della vaniglia, la scorza del limone grattugiata e le uova facendo lavorare quel tanto che basta per far amalgamare le uova  (la pasta deve rimanere grezza). Stendere tra due fogli di carta forno ad uno spessore di 4 cm, formare un pacchetto e mettere a riposare in congelatore per 20 minuti circa oppure in frigorifero per almeno 3- 4 ore (se si lascia tutta la notte nel frigo è meglio). Al momento di utilizzarla, lavorarla un po’ in modo da farla tornare di nuovo ”plastica” e stenderla ad uno spessore di circa 5 mm.



ü  Il ripieno

La sera prima, amalgamare bene la ricotta con metà dose dello zucchero (350 g) aiutandovi con una forchetta, coprire e mettere a macerare in frigo fino al mattino seguente (in questo modo la ricotta diventa molto sottile). Il giorno dopo, fare bollire il grano con 250 ml di latte, il sale e il burro. Montare i tuorli con i semi della bacca di vaniglia e il rimanente zucchero (350 g) e a parte gli albumi a neve. Riprendere il composto di ricotta e zucchero e aggiungervi il latte restante (gli altri 250 g previsti per il ripieno), la cannella, la fiala di acqua di arancio e mescolare bene, unirvi il composto di grano e i cubetti di arancio. A questo punto inserire un po’ per volta i tuorli e, successivamente, gli albumi montati, mescolando delicatamente dal basso verso l’alto per non smontare la massa.



ü  Montaggio

Foderare gli stampi con la frolla stesa (tenendone da parte una quantità sufficiente per formare delle strisce) e, aiutandosi con un mestolo, riempirli con il composto di grano e ricotta fino a ¾ di altezza, avendo cura di mescolare lo stesso di tanto in tanto in modo che il grano non si depositi tutto sul fondo della ciotola. Disporre, delicatamente, le strisce di frolla sulle pastiere a formare dei rombi come per una crostata, avendo l’accortezza di non farle sprofondare nel ripieno che è abbastanza liquido.
Cuocere in forno preriscaldato a 170°C (io uso la funzione statico) per circa un’ora (io ho cotto in un’ora e dieci) sul ripiano più basso, in modo che possa cuocere adeguatamente senza colorare troppo la superficie.
Fare raffreddare bene prima di sfornare. Io le passo in congelatore (ovviamente vuoto), nel cassetto del congelamento rapido (se si possiede, un abbattitore di temperatura è l’ideale), subito dopo averle sfornate in modo da bloccare l’eventuale “collasso” centrale delle pastiere dovuto all’umidità eccessiva del ripieno.
Si consiglia di consumare, spolverizzando di zucchero a velo, dopo tre giorni, in modo che gli aromi si amalgamino meglio… inutile dire che a casa mia non arriva nemmeno al secondo giorno!!!!

Buon appetito.. e Buona Pasqua a tutti!!!!!


lunedì 21 marzo 2016

Come ti servo una ciambella!!!

E si … io… la ritardataria… come sempre.. come al solito!!!.. sono ripetitiva ma ci sono cose che non hanno tempo né periodo giusto per me!!! E’ sempre tempo per un dolce… è sempre periodo per una ciambellina!!!! E, ovviamente, è sempre il momento giusto per una zeppolina di S. Giuseppe!!!! Zeppole… ciambelle… chiamatele come volete, sono sempre di una bontà unica!!! Un po’ ipercaloriche forse ma tant’è…. quando ci si vuole far male bisogna farlo bene!!!! E poi…. I dolci devono essere dolci!!!… devono rinfrancarti… devono servire a tirarti su!!!! Ecco… queste ciambelle fanno parte del mio confort food…. E queste, in formato mignon, sono anche molto carine non vi pare? Comunque, per chi proprio non può fare a meno di guardare le kilocalorie, invece che friggerle può cuocerle in forno!!!! Si farcirebbero normalmente con crema pasticcera e amarene ma a casa mia adorano questa versione. Fate attenzione però… sono da usare con cautela…. creano dipendenza. E non dite che non vi ho avvisati!!!!



Zeppole di S. Giuseppe

Ingredienti (per 30/35 zeppole mignon)

ü  Per il bignè
250 g acqua (oppure 125 g acqua e 125 g latte)
1 pizzico sale
100 g burro
150 g farina debole
180 g uova

ü  Per la crema di ricotta
300 g ricotta (di pecora o di bufala)
120 g zucchero semolato
120 g panna fresca
3 marron glaceès
1 cucchiaio granella di cioccolato

ü  Per la cottura
Olio di semi di arachidi


Procedimento

ü  Per il bignè
In una pentola portare a bollore l’acqua con il burro e il sale. Versare la farina tutta insieme e mescolare energicamente, sempre sul fuoco, fino ad ottenere un impasto asciutto che si stacca dalla pereti. Versare l’impasto in planetaria, lavorarlo con la foglia per far evaporare un po’ il calore eccessivo e aggiungere le uova, uno alla volta, fino al raffreddamento del composto che deve alla fine avere la consistenza di una crema (fare attenzione quando si aggiungono le uova, non è detto che debbano servire tutte). Versare il composto in una sac a poche munito di bocchetta liscia o a stella e formare delle ciambelline su di un foglio di  carta forno precedentemente unto leggermente di olio. Nel frattempo, versate dell’olio di semi di arachidi in una padella a bordi alti, in modo che le zeppole cuociano in olio abbastanza profondo da coprirle, portarlo ad una temperatura di 165°C massimo 170°C e cuocere i bignè immergendoli nell’olio con il foglio di carta (questo si staccherà non appena il bignè avrà preso il calore dell’olio e si potrà eliminare facilmente con una pinza). Arrivati a doratura, scolarli e far eliminare l’unto in eccesso su un foglio di carta assorbente.


ü  Per la crema di ricotta
La sera prima setacciare la ricotta con un setaccio sottile, amalgamare bene lo zucchero e farla riposare in frigorifero fino al momento dell’utilizzo.

Il giorno dopo, mentre raffreddano i bignè, unire alla ricotta, ormai resa cremosa dal riposo, i marron glaceès ridotti in pezzi piccolissimi (in modo da farli passare attraverso una sac a poche), la granella di cioccolato e la panna montata. Riempire con la crema una sac a poche con bocchetta rigata e farcire i bignè tagliati a metà.

Finire con uno spuntone di crema sulla parte superiore e decorare a piacere. 















sabato 12 marzo 2016

Risi, sorrisi e colori

In genere, il punto forte degli italiani a tavola sono i primi piatti. E’ un dato di fatto … e certamente è innegabile che noi italiani quello che lamentiamo di più è la mancanza, quando siamo fuori dal territorio italiano, di un bel piatto fumante e profumato di pasta! Non è che fuori dall’Italia la pasta non esista, ma… vogliamo discutere del modo di cuocerla???? E’ fuori dubbio… all’estero hanno tutto un altro palato.. non c’è proprio niente da fare… o ti arriva cruda, oppure così collosa da poterci fare degli “impacchi”!! E' anche vero che non si vive solo di spaghetti, paccheri, linguine, bucatini e quant’altro! In Italia ci sono delle risaie tra le migliori (se non le migliori) che esistano al mondo. La qualità e la varietà del nostro riso credo siano note…” ad ognuno il suo” come si dice!!! Arborio, roma, originario, integrale, venere, rosso…. a  chicco lungo, a chicco tondo……per insalate, per minestre, per risotti…. Ogni riso ha le sue caratteristiche e applicazioni e, lo avrete ormai capito, la mia dispensa, di riso, ne contiene di tutti i colori…. letteralmente!!!! E ne faccio… di tutti i colori!! Questo è uno dei tanti.. semplicissimo, delicato e gustoso… e, ne sono certa, riuscirà a soddisfare anche il palato di tutti voi, se vorrete provare a rifarlo!!!




Risotto cipollotti e zafferano

Ingredienti (per 2 persone)

160 g riso vialone nano
2 cipollotti
1 bustina di zafferano
1 l brodo di pollo
½ bicchiere vino bianco secco
Olio e.v.o., 1 noce di burro, sale e pepe nero
2 cucchiai di parmigiano e una noce di burro freddo per mantecare

Procedimento

Far tostare in un tegame, che lo contenga in uno strato solo, il riso con il cipollotto tagliato a rondelle sottili (compresa la parte verde, tenendone da pare qualcuna per il servizio), un filo di olio e una piccola noce di burro. Quando il riso comincia a diventare translucido, bagnare con il vino e fare evaporare la parte alcolica. Portare a cottura aggiungendo un mestolo di brodo per volta mescolando spesso. A cinque minuti dalla fine della cottura aggiungere lo zafferano amalgamando bene e aggiustare di sale e pepe. Spegnere il fuoco due minuti prima della cottura completa e mantecare fuori da fuoco, con burro freddo di frigo e parmigiano. Prima di servire lasciare riposare due minuti aggiustando, se fosse necessario, la cremosità con qualche cucchiaio di brodo. Servire caldo, decorando con qualche rondella di cipollotto e dei pistilli di zafferano.