I ricordi, a volte, possono diventare un balsamo per
l’anima. Non quando, però, ti ritrovi a pensare e a renderti veramente conto
che si deve fare quello che può far felici gli altri quando è tempo… quando
l’occasione arriva… quando il momento è quello giusto. E non importa quanto
puoi essere stanco o quanto da fare tu possa avere! Bisogna farlo subito,
perché dopo….. non sai se ci potrà essere un “dopo”, una “prossima volta”. Non
puoi sapere quanto tempo c’è ancora per poter regalare quel sorriso, quell’abbraccio,
quel “ti voglio bene”. Che sia a parole o con il semplice gesto di un piccolo
dolce, non si deve mai, mai rinviare. Perché, magari, quel “dopo” può svanire
in un soffio, e tu rimani con la pena di non aver assecondato quel desiderio
quando c’era ancora tempo! Ed è in quel momento che il ricordo di quel sorriso,
magari associato ad un rimprovero scherzoso come solo i buoni d’animo sanno
fare, ti torna in mente, come se non fosse mai andato via. Ed è quel sorriso
che mi è apparso davanti quando l’ho messo insieme questo dolce! E ti ho
rivista a dire “ma…. un’altra fetta?”. Perché a te il cioccolato piace! E allora…
un’altra fetta sia, anche se so che non è… non sarà mai più la stessa cosa.
Questo è per te, perché lo so che sei lì a leggere, perché lo so che ci sei. Le
basi di due splendide persone e grandissimi professionisti, i maestri Gianluca Fusto e Maurizio Santin, per un dolce semplice, come te. Il dolce del
sorriso, del tuo sorriso…. Il tuo dolce che non c’era.
Per un sorriso
Pasta frolla alle
mandorle e cacao (da “Crostate” di Gianluca Fusto)
Ingredienti (per 1 stampo
24x24, 1 stampo 35,5x10, un anello da 19 cm)
210 gr di burro 82% m.g.
180 gr di zucchero a velo
60 gr di farina di mandorle di Sicilia
100 gr di uovo intero
120 gr di farina per frolla
300 gr di farina per frolla
35 gr di cacao in polvere
Namelaka al
cioccolato fondente (da “Le basi di pasticceria” di Maurizio Santin)
Ingredienti (per
1,950 kg circa)
570 gr di cioccolato fondente al 70%
450 gr di latte fresco intero
22,50 gr di sciroppo di glucosio
7,50 gr di gelatina animale
900 gr di panna fresca
Per la decorazione
1 kg di fragole
2 cestini di lamponi
2 cestini di ribes
Foglie di menta
Zucchero a velo
Procedimento per la
pasta frolla
Nella ciotola della planetaria, munita di foglia, unire il
burro ammorbidito a 25°C, le uova, il sale, lo zucchero a velo, la farina di mandorle e
amalgamare senza incorporare aria. Aggiungere la prima dose di farina facendo
legare tutto e finire con la restante dose di farina precedentemente setacciata
con il cacao. Conservare in frigorifero a 4°C almeno 6 ore (l’ideale è
prepararla il giorno prima). Al momento dell’utilizzo, lavorarla velocemente
per ridargli plasticità*, stenderla a 2,5 mm di spessore e foderare gli stampi
o coppare nella forma desiderata. Lasciare riposare nuovamente in frigorifero
per 15 minuti (o 5/8 minuti in congelatore). Cuocere in forno ventilato a 160°C* per 20 minuti circa con valvola aperta*.
*Il sale di Pirano è un sale ricco di microelementi e
minerali, non eccessivamente salato che si raccoglie nelle saline di Pirano in
Slovenia. Non è di facile reperibilità e io l’ho sostituito con dei fiocchi di
sale Maldon.
*È importante che la frolla non abbia una lunga lavorazione
o si “brucia” (termine per definire l’eccessivo riscaldamento della pasta che
comporterebbe la cattiva riuscita della stessa). L’ideale sarebbe stendere la
pasta allo spessore desiderato subito dopo averla impastata e lasciarla
riposare in frigo per il tempo indicato. Se le dosi sono abbondanti, l’eccesso
può essere conservato in congelatore. In questo caso, prima dell’uso, lasciare
scongelare lentamente passandola in frigorifero almeno 12 ore.
*I tempi e la modalità (ventilato o statico) di cottura possono variare in base alla tipologia
del forno.
*La valvola è uno “sfiato” di cui sono dotati i forni
professionali, che permette, quando aperta, la fuoriuscita dell’umidità
formatasi nella camera di cottura, permettendo una migliore riuscita del
prodotto. I forni di uso casalingo non sono dotati di tale valvola ma si può
ovviare ponendo tra lo sportello e la camera un cucchiaio di legno o una
pallina di stagnola, in modo da lasciare uno spiraglio per la fuoriuscita
dell’umidità.
Procedimento per la
namelaka
Sciogliere il cioccolato, al microonde o a bagnomaria.
Portare a bollore il latte insieme allo sciroppo di glucosio ed unire la
gelatina precedentemente idratata con la sua dose di acqua fredda. Versare il
latte, poco per volta, sul cioccolato sciolto ed emulsionare con il mixer ad
immersione fino ad amalgamare bene il tutto. Aggiungere infine, sempre
emulsionando, la panna fredda e far riposare in frigorifero, coperto da
pellicola a contatto, per almeno 12 ore (meglio 16 ore)*.
*La namelaka è una crema “ultra cremosa” (questo è anche il
significato del nome in giapponese) che cristallizza lentamente a bassa
temperatura. Per questo motivo più tempo rimane a riposare in frigorifero,
migliore è la riuscita del prodotto. Una volta cristallizzata può essere usata
tal quale come crema al bicchiere, per farcire torte, per decorare a sac a
poche o anche come inserto previa congelazione in anelli o in stampi di
silicone in quanto assume una struttura corposa e stabile. Può anche essere
montata e usata come una mousse perché incorporando aria la sua struttura diventa
areata e soffice.
Montaggio
Spalmare sulla base della frolla un velo di namelaka e
completare con dei ciuffetti di crema (a piacere lavorati a sac a poche con
bocchetta liscia o a stella). Decorare con la frutta, le foglie di menta e una
spolverata di zucchero a velo.
eccolo lassù! Lo vedo ^_^ Intanto così ho avuto l'occasione per girellare nel tuo blog :D Devo dire che anche se per me è troppo complessa, questa torta è uno spettacolo; sei bravissima! Se non proprio tutto il dolce, mi sa che prima o poi almeno la namelaka te la frego.... ciao! :*
RispondiEliminaMa ciaoooo Fausta!!! Che piacere la tua visita! Credimi è facilissima invece, ci vuole più a leggerla che a farla. È davvero n piacere leggerti. A presto :D
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